Simula incidente del figlio per truffare anziana e rubarle beni per 17mila euro, 33enne arrestato


 “Signora suo figlio ha avuto un grave incidente, è necessario del denaro per sostenere le spese legali e sanitarie”.

E’ questa la frase che si è sentita dire al telefono un’anziana signora della frazione di Vena nel Comune di Maida da ignoto interlocutore che, continuando, le riferiva che di lì a poco sarebbe passato da casa un legale a ritirare il denaro occorrente.

La donna visibilmente scossa e frastornata consegnava quanto presente in casa, risparmi di una vita, gioielli e monili del valore complessivo di 17.000 euro circa, all’ignoto presentatosi e datosi poi a repentina fuga.

Si concretizzava cosi il più classico dei casi di truffa ad anziani, reato deplorevole che colpisce una categoria debole e indifesa. Successivamente dopo aver capito di essere stata vittima di un raggiro la donna ha denunciato i fatti ai Carabinieri della stazione di Maida.

I militari hanno avviato – sin da subitoindagini serrate, al fine di addivenire all’identificazione dell’autore. Gli accertamenti, per lo più di natura tradizionale, svolti con celerità e riservatezza, hanno consentito in brevissimo tempo ai militari dell’Arma di risalire all’autore della truffa che nella giornata dell’evento sarebbe partito dalla sua città di origine, il capoluogo partenopeo, ritornandovi a truffa eseguita nella stessa giornata.

Gli elementi acquisiti a carico del soggetto costituiscono gravi indizi di reità in ordine al delitto di truffa aggravata, con conseguente applicazione al medesimo, sussistendo specifiche esigenze cautelari, della misura cautelare degli arresti domiciliari che lo scorso 15 novembre veniva eseguita dai Carabinieri della Stazione di Napoli Borgoloreto.

L’uomo, un 33enne già conosciuto alle forze dell’ordine, dovrà rispondere del reato di truffa aggravata. L’Arma dei Carabinieri ha da tempo avviato una campagna informativa e divulgativa relativa al fenomeno deprecabile delle truffe in danno di anziani.

Tale approccio alla problematica corroborata dalla collaborazione fra i reparti operanti e la loro capillarità sul territorio ha portato alla rapida identificazione. Le indagini sono nelle fasi preliminari e l’indagato è da ritenersi presunto innocente fino a sentenza definitiva.