Teatro sacro a Badolato


 Il teatro nasce sacro: θέατρον, da θεάομαι, andare a contemplare il θεός; era sacro per i Greci, e tornò sacro nel Medioevo con i Misteri, rappresentazioni della Passione. Rappresentazione, o piuttosto identificazione, non mero spettacolo: il popolo diviene, per qualche ora, un momento di quanto sentiva leggere nei Vangeli, e che tutti perfettamente conoscevano, e faceva parte dell’immaginario collettivo di ciascuno. Le intere comunità partecipavano, in sacralità che occupava tutti per tutta una giornata.

 Si iniziarono ad usare testi scritti, e anche controllati: celebre è il Pianto della Madonna di Jacopone da Todi. È dunque lecito adattare la narrazione evangelica, e il teatro sacro, anche alle esigenze del teatro in senso moderno; contaminando anche delle invenzioni letterarie.

 La scelta compiuta dal Circolo Gesualdo e affidata alla penna di Ulderico Nisticò è quella di un filo conduttore che narra, e fa vedere, le principali scene del racconto. Pietro, accusato da Nerone dell’incendio di Roma, sarà crocifisso; mentre prega, riceve un’inattesa visita: è Petronio, un uomo di grande cultura, epicureo e scettico, eppure desideroso di conoscere la nuova religione. A lui Pietro narra le Palme, alcuni miracoli, la congiura dei farisei, la debolezza di Pilato e di Erode, la Via Crucis, la Passione e la Resurrezione.

 Alla poesia sono riservati alcuni monologhi di alto livello di ispirazione e di stile: il cieco, la peccatrice, Giuda, Maria, l’umanità… Dovrebbero essere letti, o piuttosto studiati, e speriamo di farlo.

 La comunità di Badolato, per la regia di Franco Procopio, ha compiuto il massimo sforzo sia culturale sia organizzativo; e consegna al pubblico un atto che è di teatro, e soprattutto di fede.