Vendesi


 Mentre passeggiate per le strade di Soverato, alzate gli occhi al cielo, e vedrete, ai balconi, tanti cartelli VENDESI, ogni giorno un nuovo cartello VENDESI. Cartelli che restano lì a lungo, per sempre, perché, se qualcuno vuole vendere, a comprare non c’è nessuno.

 Poi date un’occhiatina alle vetrine delle agenzie, e vedrete quanti VENDESI; e, la cosa più grave, leggete i prezzi in caduta libera.

 Accenniamo solo alle tante saracinesche abbassate, alcune con le più improbabili spiegazioni.

 Succede da molti anni nei paesi interni, e passi; ma se succede a Soverato, è un fenomeno sociologico epocale. Cerchiamo di capire.

 Il centro di Soverato, dal Municipio al diciamo così Miramare, è stato costruito, negli anni 1970, per la tipologia di famiglia di quegli anni: due genitori e tre, quanto meno due figli: appartamenti di 140 mq e oltre. E con l’intento che quei casamenti, dopo i genitori, li abitassero i figli e i figli dei figli.

 I due e tre figli nati negli anni 1970 e nei seguenti fino al 2000, vivono in grandissima parte altrove; qualcuno, non tutti, torna per i bagni. Molti appartamenti sono abitati da due, quando non da una persona “diversamente giovane”, sempre più diversamente! E quando i diversamente giovani prendono atto di essere vecchi, non ci restano manco loro!

 Altri genitori degli anni 1970 sono pensionati, e, non avendo niente da fare qui (mi risparmio una scontata battuta, che per parecchi sarebbe azzeccata), vanno sempre più spesso a trovare i figli e nipoti; finché non si trasferiscono armi e bagagli, e tornano, se mai, per il mare. Se tornano.

 Per il mare, un appartamento di 140 mq è decisamente eccessivo, donde il sempre più frequente tentativo VENDESI. Tentativo, come vediamo, poco fortunato.

 Evitatemi, per favore, critiche generiche, e rispondete, se mai, con argomenti.

 Non è migliore la situazione delle periferie, che poi sono quattro quinti di Soverato.

 A questo punto, è ovvio domandarsi quanti abitanti effettivi conti, Soverato; e finirla con la sociologia da ufficio anagrafe. Per andare a leggere le carte non serve un sociologo, basta uno con la terza elementare. E tanto più con le frasi fatte di perle e perline dello Ionio e le dosi massicce di ottimismo garantito e obbligatorio.

 Che possiamo fare? Beh, bisogna reinventarsi attività economiche produttive, che a loro volta attirino gente. Questa fu la storia di Soverato dal 1840 al 1980: lavoro produzione, e perciò arrivi di gente, tanta gente volenterosa e qualificata da tutto il Meridione e Sicilia e oltre. Poi arrivò il terziario impiegatizio, e fu la fine!

 Come ripopolare? Non vi fate venire idee strane, ovviamente!!! Ma con attività economiche e di produzione reale e di lavoro nel senso di fatica. Fatica del 2019, tecnologicamente assistita, ma sempre fatica dev’essere!

 Quanto agli appartamenti che inevitabilmente resteranno vuoti, si può pensare seriamente all’albergo diffuso; e mica solo per i bagni: si pensi all’Università di Catanzaro, molto vicina e mal servita; e anche alla neonata Università salesiana, che ci auguriamo cresca.

 È un’idea, ma ne potremmo inventare tante altre. Anche il turismo, ma non quello di ora, che si piglia un forestiero e lo si sbatte tutta la giornata al mare. Oggi il turismo balneare genera un indotto modestissimo, e richiede pochissima forza lavoro. Ergo, bisogna cambiare.

 Tutto si può fare, con intelligenza e voglia di lavorare. Ma iniziamo con il prendere atto che c’è un problema, un serissimo problema: i cartelli VENDESI, gli inutili cartelli VENDESI.

Ulderico Nisticò


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