Europa unita e disunita: precedenti storici


Ridicolo, Macron, che chiude Ventimiglia ai migranti, però li vuole accogliere… in Italia. La questione dei migranti sta mandando in frantumi l’Europa, e lo vediamo tutti; vediamo di meno altre questioni, però nemmeno su quelle economiche l’Europa è veramente unita. Se l’UE dovesse finire, non sarebbe la prima volta; e la storia del continente è fatta di tentativi di unificazione poi falliti.

I soli a riuscire, almeno in buona parte, furono i Romani, che, unita l’Italia nel III secolo a.C., nel II aggiunsero la Spagna e la Grecia; nel I, le attuali Francia, Austria, Svizzera, Ungheria, i Balcani e parte della Germania; con tutto il Mediterraneo; poi l’Inghilterra. Ciò durò fino al V secolo d.C.
I Regni romano-barbarici, non negando l’Impero, erano tuttavia di fatto indipendenti e spesso in guerra tra loro.

Tentò di nuovo l’unificazione Carlo Magno, imperatore dall’800 alla morte, 814; ma già alla fine del X secolo l’Impero era ridotto di fatto a Germania e Italia Settentrionale, poi nemmeno questa.
Provarono invano Ottoni e Svevi, incontrando insuperabili resistenze in monarchie e città. Carlo d’Asburgo, Carlo V dal 1519, ereditò Spagne e Impero; ma si dovette rassegnare a dividere i domini, abdicando, tra figlio e fratello. Lo stesso titolo di imperatore divenne solo nominalmente superiore a quello di re o principe regnante; e tale principio venne sancito dalla Pace di Vestfalia del 1648.

Fino al XVI secolo, l’Europa fu almeno religiosamente e culturalmente unita; finché la lacerò anche sotto questo aspetto la Riforma protestante.
I conati di egemonia di Luigi XIV sortirono solo l’effetto di qualche modesta espansione della Francia.

Napoleone, per qualche anno parve aver sottomesso l’intera Europa; ottenne solo di suscitare passioni patriottiche, che lo condussero alle sconfitte di Lipsia e di Waterloo. L’Europa adottò il sistema dei congressi, che in vari modi prevennero i conflitti armati; ma non quelli economici e culturali, il cui esito fu, nel 1914, la Prima guerra mondiale.

Non risponde al vero che la Germania nazionalsocialista aspirasse a unire l’Europa sotto il suo potere; un europeismo fascista e nazionalsocialista nacque negli ultimi momenti della guerra, e presso intellettuali come Drieu la Rochelle, Brasillach, Degrelle.

E oggi? Oggi esiste un’istituzione europea, è vero; ma dall’800 al 1806 ce n’era una molto più sacra, l’Impero, eppure contava, generalmente, poco o nulla. Oggi c’è un’istituzione che conta qualcosa in fatto economico, ma niente in fatto politico. E se ne può uscire come si può entrare. E ogni tanto la Francia fa una guerra senza nemmeno avvertire l’Europa o gli altri Stati dell’UE.

Manca, del resto, ogni ideale, ogni mito, ogni sogno europeo, ogni emozione: al massimo, i cittadini si chiedono se conviene o meno; esattamente come andare in un negozio o in un altro per fare la spesa.
Conclusione: se l’Unione Europea sopravvivrà, lo vedremo; se dovesse sciogliersi, non è necessario che ciò avvenga attraverso un atto formale; può accadere di fatto, come successe altre volte, e come abbiamo narrato di sopra.
Intanto aspettiamo di sapere che succederà nel vertice “informale”.

Ulderico Nisticò


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