Ancora su Gioia Tauro


 Stanno assumendo posizione sul caso Gioia Tauro sia il Consiglio regionale sia i sindacati. Ma guarda tu se dicono una mezza parola le seguenti categorie:

– gli intellettuali piagnoni e depressi a pagamento;
– gli scrittori e poeti pluripremiati pro die;
– gli antimafia segue cena;
– i pluricittadini onorari di Pietracupa e San Leone;
– i meridionalisti pinoaprilati, quelli che prima di criticare qualcuno si assicurano sia morto tipo Garibaldi e Cavour… ammesso sappiano chi furono;
– e roba simile.

 E invece è un discorso serissimo, gravissimo, e che dovrebbe vedere tutta la Calabria, anzi tutto il Meridione insorgere in difesa di Gioia Tauro.

 Ripeto che il 50% del poco PIL della Calabria ruota direttamente o indirettamente attorno al porto di Gioia, a cominciare da 4500 lavoratori.

 Schierarsi dunque contro i burocrati europei, i quali sostengono che Gioia Tauro inquina, mentre i porti africani e asiatici – geograficamente a due braccia di mare – sono pulitissimi e si respira la stessa aria del Paradiso Terrestre.

 E voglio sperare che siano solo ubbie ideologiche, e non qualche interesse tipo campagna acquisti di calciatori e allenatori nei Paesi arabi.

 Sono finiti i tempi di “ce lo chiede l’Europa”; l’Europa chiede, ma basta dire di no. L’Europa non è un alto consesso di Licurgo, Solone e Numa Pompilio; sono solo dei grigi passacarte non eletti da nessuno, anzi ignoti a tutti. Si faccia sotto il governo nazionale, a faccia dura: “granito”, come scrivono i giornali tedeschi a proposito dell’intesa clandestini!!!

 Ora voglio leggere cosa ne pensano i dotti calabresi, i registi dei film in dialetto con sottotitoli, i romanzieri dalla lacrima facile, i sognatori di una Magna Grecia fasulla (di quella vera non sa niente quasi nessuno!), eccetera.

 E tutti i passatisti e antimoderni di cui la Calabria e il Meridione pullulano, nostalgici di un tempo felice che mai fu… e del posto fisso tipo anni 1960-90.

 E invece Gioia sa di lavoro nel senso di fatica. Difendiamo il progresso. Attenti, non capite male: io sono, a questo proposito, un modernista reazionario.

Ulderico Nisticò