Armin Wolf è cittadino onorario di Squillace


Caro Tito, è con immensa gioia che ti comunico che si è appena conclusa in Squillace (CZ), nella sala del Consiglio Comunale alla presenza del sindaco Pasquale Muccari, la cerimonia di assegnazione della Cittadinanza onoraria al professore Armin Wolf, tedesco di Germania, il quale non soltanto ha scelto di abitare, da oltre tre decenni fa, nella sua casa al borgo antico sotto al Castello normanno, ma pure la moglie Inge ha voluto che le sue ceneri fossero deposte nel giardino di questo loro “nido” vissuto per lunghi mesi all’anno.

La proposta di tale Cittadinanza onoraria a tale insigne personaggio, legato da grande amore e da lungo tempo a Squillace, è stata fatta dal sociologo Franco Caccia che è il super-attivo assessore al turismo e alla programmazione. I meriti di Armin Wolf come docente universitario, storico e scrittore sono stati illustrati dal filosofo Salvatore Mongiardo, direttore scientifico del “Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia” di cui lo stesso Wolf è Presidente. Tra le tante pubblicazioni a stampa prodotte dal professore, una interessa il nostro territorio: il libro “Ulisse in Italia – Sicilia e Calabria negli occhi di Omero” edito nel 2017.

Ai nostri occhi di calabresi, il merito maggiore del professore è avere storicamente individuato l’Istmo di Lamezia-Squillace come quella “Terra dei Feaci” dove Ulisse è approdato naufrago e da dove, con l’aiuto del locale re Alcinoo e della figlia Nausicaa, l’Odisseo omerico ha potuto raggiungere la sua pietrosa isola Itaca. Tale discorso affonda le radici della Prima Italia di re Italo, che è argomento di ulteriori studi e ricerche che verranno valorizzati dal locale “Centro Studi” pure questo voluto dall’assessore Caccia e dal filosofo Mongiardo grande studioso delle radici culturali della Calabria nel periodo pre-greco e neolitico.

Caro Tito, personalmente sono assai lieto di tutto ciò, poiché i miei studi sulla Prima Italia sono iniziati nell’ormai lontana primavera del 1982 nelle Biblioteche Riunite Comunale e Labanca di Agnone, allora dirette dal prof. Antonio Arduino. A quei tempi quasi nessuno era a conoscenza che il nome “Italia” fosse nato (circa 3500 anni fa) proprio tra il Golfo di Squillace e il Golfo di Lamezia, sotto il regno di re Italo. Pure per questo ne ho fatto assidua divulgazione, attraverso la mia attività giornalistica e presso talune scuole di tutte le regioni italiane, ma anche attraverso alcune iniziative sociali che, in pratica, hanno portato alla promettente attuale realtà di Squillace.

Grazie per la pubblicazione di questa “Lettera n. 349” e, in attesa della “Lettera n. 350”, ti saluto con la speranza che buona parte dei nostri lettori possa interessarsi alla “Prima Italia” e, magari, fare pure parte del “Centro Studi e Ricerche” di Squillace (comunesquillace.turismo@gmail.com).

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)