Calabria ultima


 Quando diciamo che la Calabria è l’ultima d’Europa, pare una battuta polemica; e invece lo certifica, ufficialmente, un’analisi sugli anni 2008-19; e non è che il ‘20 e ’21-2 siano meglio!

 L’analisi è relativa ai fondi europei, che sono tantissimi, solo che la Calabria non li richiede, e, se mai, non li spende. La colpa, quindi, è della Calabria: politicanti regionali e nazionali, passacarte, intellettuali piagnoni a pagamento, antimafia segue cena… e tutto il circo Barnum della nostra infelice terra.

 Dal 2008 al ’19 e seguenti, la Regione è stata di centrodestra e di centrosinistra: stando alle sigle, e fatta la tara della palese ignoranza di perché uno si collochi a sinistra o a destra. Per quanto precede, la colpa non è di Pinco o di Pallino, ma c’è qualcosa di più profondo, di intrinseco.

 I progetti, infatti, devono essere pensati da un politico, però non è lui che li deve saper scrivere; è il suo assessorato, cioè i sederi piatti di funzionari e impiegati, che devono studiare il bando, rispondere con tutti i crismi, tradurre in qualche lingua straniera, e mandarli a Bruxelles. Ora, secondo voi, il 99,9% delle mezze maniche della Regione è in grado di fare qualcosa del genere? Ahahahahahahahahahah! Non sono capaci per scarsa preparazione; ma soprattutto perché, quando erano bambini, la mamma e la nonna raccomandarono loro “Fijjiu, non firmara mancu ‘na cartolina”. E poi li raccomandarono con chi sanno loro e come loro sanno.

 E il politicante di turno, ha il fegato di dare ordini e controllare? Ahahahahahahahah.

 Facciamo alcuni rapidi esempi:

– Turismo. Il turismo in Calabria è ridotto a 15 gg di chiasso d’agosto. Quel poco di turismo di montagna, non funziona per diavolerie varie. Le aree termali, stentano quando non sono chiuse. Per il turismo culturale, vedi sotto.

– Cultura. Sarei curioso di sapere quanti intellettualoni di Soverato sono mai andati a vedere la Pietà del Gagini. Ahahahahah! Figuratevi l’abbazia di Corazzo e Gioacchino; e figuratevi il centenario di Gioacchino e Dante. Per farla breve, la politica culturame della Regione è zero spaccato dal 1970 a oggi.

– Immagine della Calabria. La si affida al piagnisteo ben foraggiato; e qualche rara volta si parla di Calabria, è per mafia e paesi in degrado.

– Strade e ferrovie. Ci sono più inaugurazioni e proclami che chilometri. Ve lo dico anche nella veste di presidente onorario del Comitato per la Trasversale.

– Sanità. La Calabria è accusata di mentire sui dati covid. Non so è vero, ma certo non si difende, e chi tace acconsente.

– Fate voi.

 Il grave è che, di fronte alla notizia di essere ultimi d’Europa, nessuno batte ciglio, né poeti e filosofi, né politici e partiti, né professoroni di fama siderale: nessuno.

 Esempio conclusivo: a questo mio articolo, nessuno risponderà; tanto meno i politicanti da me qui chiamati in causa.

 Ah, dimenticavo. Non ve ne venite fuori con la solita favola di “creare posti di lavoro” con la solita società “in house” di cento dirigenti e un operaio. Qui serve economia reale, fatta di lavoro e di produzione di cose.

Ulderico Nisticò