Catanzaro: ripensare l’Università


 Fiorita, Donato, Ferro e Talerico fanno schieramento, almeno a parole, e, udite udite, minacciano di aprire, per rappresaglia, Lettere a Catanzaro. Ripetono la mia idea, anche se, alla calabrese iocentrica maniera, si guardano bene dal nominarmi. Boh, li voglio vedere ai fatti!

 I fatti attuali dell’Università che, per ragioni strane si chiama Magna Grecia in latino con ae e non in greco… o, come sarebbe stato più genuino, Vivarium, per esempio, come le istituzioni di Cassiodoro che stava a due passi… più burocraticamente Unicz o Umg… dunque l’Ateneo catanzarese ha quella che si può considerare una buona Medicina. Sarebbe ottima, se infiniti intoppi e capricci non impedissero una vera sinergia e fusione tra Università e Pugliese. Si dice bene anche di Farmacia.

 Quanto a Legge, ha sfornato negli anni un gran numero di laureati, dei quali si può dire, per quanto ne so, che vengono preparati al mestiere. Non ho mai sentito altro, a parte, anni e anni fa, quando tentammo un lavoro di storia della giurisprudenza in Calabria, cui dovevano seguire altri… e non seguì un accidenti. Una colombella mi ha sussurrato che quest’anno ci sono scarsi iscritti: sarà vero?

 Il quartiere universitario di Catanzaro, ma no, di Germaneto!, ferve di vita… fino alle cinque di pomeriggio. Poi ci potreste girare un film del terrore di quelli con implicazioni psicanalitiche al buio! Non esiste, che io sappia, la benché minima vita universitaria come l’abbiamo conosciuta noi vecchietti: mensa, battute sui muri (“CHI STUDIA AVVELENA ANCHE TE: DIGLI DI SMETTERE”, ed evito quelle più goliardiche perché siamo in fascia protetta!), amori fugaci e non, scontri tra opposte fazioni… Niente: alle ore 17, calano le ombre, e gli studenti se ne vanno chissà dove.

 Erano gli anni 1980 quando, iniziandosi a parlare di studi universitari a Catanzaro, il Movimento Sociale, su iniziativa di Michele Traversa, tenne un convegno, e io svolsi la relazione su come utilizzare il centro storico per istituti e per residenze. Sono gli anni 2022, quasi 23, e il centro storico è deserto o, in alcune vie, degrado.

 Bisogna, a mio avviso, ripensare integralmente il sistema universitario a Catanzaro. Lettere? Io facevo solo dell’ironia, ma se vengo preso sul serio (anonimamente, ma sul serio), al centro si sono luoghi adatti per Lettere, ma Lettere come dico io: italiano, latino, greco, storia, filosofia… E giù non solo studio, ma anche, ma soprattutto produzione originale di cultura. A proposito: per storia intendo storia, non andare a vedere tutti assieme il Gladiatore!

 Pedagogia della r-esistenza e altre favolette falsamente culturali, e scopiazzate applicazioni alla Calabria della sociologia di Trento, se le tengano altrove.

 E chissà che la guerra per Medicina non produrrà l’effetto di compattare Catanzaro? Spengler la penserebbe proprio così.

Ulderico Nisticò