Culpa in vigilando


La triste vicenda della casa di riposo – la verità, forse, la sapremo in tribunale, da qui a qualche decennio – ha dato a Chiaravalle una notorietà che le porterà danno per anni.

Ma Chiaravalle è un piccolo paese… ridotto a piccolo da quando il terziario, ovverosia posto fisso, ha ammazzato lavoro, agricoltura, allevamento, commercio e quei lini per cui Claravallis era celebre nel XVI secolo. Ma oggi è quello che è; e non possiamo nemmeno pretendere che sia all’altezza di un caso così tragico; che pure sta affrontando al meglio che può.

E bene hanno fatto i sindaci ad imporsi, quando non bastò più chiedere. Proverbio calabrese: “Duva non poti Domini, poti Sdomini”; blasfemo, ma efficace ed espressivo.
Lo stesso per l’intera Calabria, palesemente inadeguata a un problema di fronte al quale tentenna anche la ricchissima e organizzatissima Lombardia. Sappiamo in che condizioni versi la sanità! A proposito: Cotticelli, chi era costui? Sapete se esiste, o lo hanno messo in quarant… no ottantena, in centosessantena in Lapponia?

Misera Calabria: ma l’INPS? L’INPS è un ente di enormi competenze, e che manovra cifre incredibili… e va nel pallone quando deve ricevere sui computer dei contatti di numero superiore al solito? Chiunque lavora con la telematica, anche io con il mio ormai vecchissimo catorcio, sa che i computer o funzionano perfettamente o non funzionano. Come le automobili: ai tempi delle 500, partivano a spinta e riscaldavamo lo spinterogeno sulla stufa di casa; oggi che è tutto elettronico, partono solo se arriva il meccanico e cambia il pezzo.

L’INPS dovrebbe disporre di un sistema telematico perfettissimo in origine, e poi sottoposto a continua manutenzione; e che funzioni h 24 e 365/6 giorni l’anno. Invece è palese che anche l’INPS ha catorci.
Domanda: dove (cioè da quale amico degli amici) hanno comprato quei computer a pedali? Chi è incaricato della manutenzione? Chi controlla, ovvero, per dirla con Giovenale, quis custodiet ipsos custodes? Nessuno, è ovvio. Sono tutti amici di qualcuno; tutti amici tra loro; tutti dello stesso club o loggia o partito o cosca o parentela, o comunque della stessa cena.

Siamo dunque, a Chiaravalle come in Calabria come all’INPS, di fronte a un caso evidente di culpa in vigilando. Come fece il generale quando venne sì ad ispezionare la caserma, però ce lo fece sapere dieci giorni prima; e tutto, persino la mia scrivania, venne tirato a lucido. Doveva arrivare all’improvviso, e mi avrebbe visto sì oberato di lavoro ed efficientissimo, però nel più cupo disordine creativo. Se intelligente, mi avrebbe promosso su due piedi a Maresciallo d’Italia; se tonto, come più probabile, mi sbatteva a Peschiera. Non fece nessuna delle due cose, e io, partito velocissimamente il gallonato, tornai a lavorare a modo mio. Dunque l’ispezione annunziata in anticipo, è molto peggio della culpa in vigilando: è complicità.

Torniamo alla Calabria. Come in tutta Italia, ma in Calabria di più, c’è urgenza di ispezioni, e non dopo che sono successi i guai, ma prima, per prevenirli. Ispezioni non di carte, ma di cose reali. Per esempio, entrare in una classe, trascurare se il registro è tenuto o meno, poi guardare in faccia il fanciullo/a più sveglio/a, e domandare, che so, l’imperativo aoristo terzo di baino; oppure quando e dove morì Napoleone; o la formula dell’acido solforico fumante (mi pare ci fosse, e mi fruttò un otto: a quei tempi, miracolo!). Questa è un’ispezione! Per controllare le carte, basta una scimmia ammaestrata.
Se qualcuno avesse ispezionato i tiranti del ponte Morandi, non avrebbe evitato una strage? Eccetera con gli esempi.

E allora, sotto con le ispezioni. In Calabria, vedere dove sono finiti i fondi europei e nazionali, che i passacarte non spendono per paura di firmare. Lo vado ripetendo a tutti di turno, e oggi alla Santelli. Tanto, non saprete mai se e per chi ho votato; e comunque, per radicata tradizione, me ne frego.
“Storta per diritta”, recita un altro detto popolare calabrese. Può darsi che il virus ci serva da lezione. Ciò avverrà solo se i Calabresi buoni la smetteranno di “ragionare”, e inizieranno a pretendere che chi deve ispezionare ispezioni, e chi deve governare governi.

Ulderico Nisticò