Mi dessero una lira per ogni volta che ho sentito “destagionalizzazione”, sarei ricco in euro. Stamani – mancavo dal mare da più giorni – ho visto il deserto.
Al tempo: è normale, è ovvio che ai primi di settembre sia così. Gli emigranti in ferie sono al lavoro; i ragazzi e giovani hanno da fare; i bagnanti locali sentono freddo. Normale. E allora, se è così, se è normale che a settembre non ci sia gente sulla spiaggia, come facciamo a destagionalizzare?
Ed ecco l’errore, dunque: pensare di destagionalizzare a settembre, peggio a ottobre, con la stessa tipologia di turisti di agosto, cioè bagnanti di giorno e ragazzi nei locali la notte. Ciò è palesemente irrealistico.
Però, destagionalizzare si deve, è utile, darebbe lavoro. E allora? E allora ci vuole una rivoluzione culturale, anzi, più esattamente, una controrivoluzione, una reazione culturale. Ovvero, Soverato e la Calabria si devono scrollare di dosso la decrepita mentalità dei Vitelloni, che già Fellini, il 1953, derideva.
Turismo non è solo il bagno (alla lettera, acqua) e il ballo, come crede la massima parte dei Calabresi. Molto variegate sono le categorie dei potenziali turisti e del turismo: pensionati stranieri danarosi, di quelli nordici per cui il freschetto autunnale calabrese è sudore; anziani che cercano tranquillità; congressi, convegni, manifestazioni sportive, mostre; turismo religioso; turismo culturale puro, con la valorizzazione del patrimonio storico e artistico… e quant’altro.
Questi e quant’altri, non sono turisti d’agosto; sono, sociologicamente e psicologicamente, il contrario dei turisti di agosto. Ma sono turisti, e portano economia e lavoro.
Attenti qui, però: il turista destagionalizzato è diverso da quello di agosto anche nelle esigenze e richieste. Ha un’età, uno stile diversi dall’allegro disordine estivo, che è adatto ai giovani. Per il turista di mezza età o più, servono una cucina adatta; intrattenimenti quali teatro, cinema, concerti; libri, cultura; escursioni…
Come dire che serve professionalità, e non basta un grammofono ad alto volume. Forse è esattamente per questo che non si vuole la destagionalizzazione: il dilettante improvvisato è bravo solo fino al 31 agosto, alla buona. Non sarebbe capace di gestire un turismo diverso da jè jè e ombrelloni.
Per questo stamani c’era il deserto.
Ulderico Nisticò