E finalmente qualcuno risponde


 Faccio la tara delle ingiurie generiche e inutili, e mi sta bene che finalmente qualcuno risponda, e firmi con un nome vero. L’irruenza e le accuse personali, le attribuisco al momento emotivo. Quanto alle citazioni letterarie, spero che la Labonia sia andata a scuola con successo, e se parlo di Renzo e Lucia, sia al corrente del testo manzoniano. Sarò breve.

 Il patriarcato è un concetto storico, antropologico ed etnologico. Avendo professionali nozioni di tali discipline, non posso cambiare il significato delle parole perché corre un mantra da ripetere. E mi tocca ripetere che se c’è un esempio del tutto opposto al concetto di patriarcato, è il famigerato Filippo. Un “patriarca” non dorme con il peluche orsacchiotto. E il detto Filippo non si sentiva autoritario e “padrone” della povera Chiara; al contrario, ne era patologicamente dipendente. Dipendente da lei come lo si è da una qualsiasi dipendenza e ossessione e compulsione: l’amore, grazie a Dio, è tutt’altra cosa. Qui dovrei dissertare sulla differenza tra “amare” e “bene velle”, ma verrei rimproverato di citare Catullo invece di una poetessa delle Isole Figi, ed evito.

 E con questo non intendo per nulla offrire alibi a chi, consapevole e premeditante assassino, deve beccarsi l’ergastolo. E sia di esempio e di deterrenza. E si denunzi, in maniera motivata, e segua una severa ammonizione di polizia, senza tanti birbindoli in sesto e settimo grado. A proposito: la denunzia dell’attrice sfiatata, e in vena di trafiletto sul giornale, circa molestie di quarant’anni prima, suscitano solo battute di spirito.

 Temo altresì che la tranquillità assoluta auspicata, tramite lezioni a scuola, dalla Labonia non ci sarà mai, e non solo per la violenza sulle donne, ma sulla violenza e illegalità in genere. Leggiamo ogni giorno di rapine e altri delitti, e, mentre mi auguro che venga posta in atto la doverosa repressione, non credo che introdurre a scuola un’ora di educazione all’onestà trasformi in angioletto un delinquente. L’intervento di psicologi a scuola può essere utile, ma a patto che siano psicologi, cioè professionisti specialisti, non predicatori a ruota libera. Certo la Labonia non può sapere – ma s’informi da chi c’era – dell’educazione alla salute a scuola di alcuni anni fa, e relativo mangia mangia a favore di sedicenti esperti e non sedicenti alberghi e ristoranti. Si fidi della mia testimonianza.

 La letteratura, anzi, è cattiva consigliera, se un professore non sa spiegare che la poesia è una cosa e la realtà è un’altra. Anche in questo caso, non so se a scuola a lei hanno rivelato l’evidenza che Paolo e Francesca non sono modelli di virtù da imitare, ma stanno all’Inferno per tutti i secoli dei secoli, e per buone motivazioni sia teologiche sia laiche.

 E comunque, se ella la butta (a sproposito) in politica, legga i giornali: a introdurre la “materia” educazione, è stato l’intero parlamento, dx e sx eccetera; il che, bene inteso, non m’induce minimamente a essere d’accordo. Sappia, la Labonia, che io non porto tessera di un partito dal 31 dicembre 1994; e voto o non voto per chi mi pare; e anche se voto, la penso lo stesso a modo mio.

 Leggo anche cenni alla spacciata teoria gender; ebbene, lo saprà, la Labonia, che da molto tempo qualcuno davvero ne propone l’insegnamento “in ogni ordine e grado”, cioè dall’asilo. Spero mi consenta di non concordare nemmeno a distanza di milioni di miliardi anni luce; e di ritenere trattarsi di un’elucubrazione intellettualistica e libresca senza il benché minimo fondamento: tipo il terrapiattismo. Ma ella, e con lei qualche poetessa, la pensino come vogliono; e io pure. Le ricordo che la proposta gender non è passata manco quando la maggioranza era di sinistra alle camere, per l’evidente ragione che la gente non la vuole; e che è pericolosa: qualche giudice fantasioso manderebbe in galera chi non fosse genderomane.

 Però, e chiudo, finalmente qualcuno firma e ribatte: ne sono lieto; e sarei ancora più contento se qualcun altro scrivesse anche su argomenti politici e sociali e culturali eccetera. Coraggio.

Ulderico Nisticò