Evviva il Medioevo


Cattedrale di Chartres

 Una certa parte culturale e politica (non faccio nomi, se no vi distraete dall’argomento) ha lanciato, come fa spesso, l’ordine di servizio di ripetere parole da condizionamento psicologico di massa; e in due giorni ne trovo due modelli, e siamo a Medioevo e medioevale; che, secondo quelli, vorrebbe dire brutto e cattivo. Studiamo la questione.

 La stessa espressione Medioevo è negativa, volendo significare un periodo di scarsa o nulla cultura e civiltà. Nacque perciò verso il XV e XVI secolo, con la riscoperta dell’antichità grecoromana: riscoperta alquanto fantasticata, ma questo è un altro discorso, e lo faremo in seguito. Siccome nei secoli umanistici e rinascimentali qualcuno si riteneva greco e latino, chiamarono di mezzo tutto il tempo che li separava dall’antichità: medium aevum. Si scatenarono poi gli illuministi, che dovevano polemizzare con la Chiesa e con i re, e le loro indagini storiografiche avevano un consapevole intento propagandistico. Écrasez l’infame, ordinò Voltaire: l’infame era il cristianesimo. Cosa dire, non era un problema: Calunniate, qualcosa resterà; così pare abbia detto lo stesso Voltaire. E, sbagliandosi, se la presero con il Medioevo.

 Il Medioevo viene recuperato nell’Ottocento, anche se molto spesso più dai romanzi che dagli storici; e i romanzi grondano di luoghi comuni immaginari. Comunque, meglio che niente, e vennero scoperti e resi noti documenti perduti o trascurati. La Germania esaltò il Medioevo, con qualche esagerazione come rivendicare per “tedeschi” tutti quelli che si chiamavano di nome Ildebrando (Gregorio VII) e cognome… Alighieri. Anche l’Italia Centrosettentrionale seguì l’esempio, ritrovando la sua storia medioevale. Il Meridione invece restò, e resta, illuministico, e salta dalla Magna Grecia al 2024! Per scrivere un romanzo storico sulla Disfida di Barletta dovette venire un piemontese, il d’Azeglio; e per Manfredi, il toscano Guerrazzi. E non è che della Magna Grecia i nostri ne sappiano un granché! Solo Pitagora, ma per le tabelline, manco per il teorema.

 Brutta cosa, il Medioevo? Cattivi, i cavalieri erranti? Beh, ragazzi, tutte le guerre del Medioevo sommate assieme, in mille anni, fecero molti meno morti delle due guerre mondiali del progreditissimo Novecento, e dico in Europa, non nelle Isole dei Cannibali! E anche il XXI secolo non scherza affatto, in Terra Santa e sul Don.

 Ignorante, il Medioevo? Ma i conventi dei Benedettini salvarono la cultura antica e la trasmisero ai posteri. Il limite della cultura medioevale era la scarsa o nulla conoscenza del greco; ma era un fenomeno già degli ultimi secoli dell’Impero Romano, tanto che Teodosio nel 395 separò anche ufficialmente le due metà dello Stato. E tuttora, lasciatevelo dire, il greco è una scienza per specialisti, a parte i “valori della civiltà ellenica” di cui molti si riempiono la bocca, ma non ci dicono mai quali, secondo loro, furono!

 Arretrato, il Medioevo? Beh, studiate le cattedrali sotto l’aspetto ingegneristico, e stupitevi. E le cattedrali non cadono, certi ponti sì! E sono medioevali tantissime innovazioni tecnologiche, in particolare quelle della metallurgia. Che le invenzioni non avessero sempre diffusione, è un fatto di volontà: Dante conosce bene la stampa, parola che usa spesso; la novità fu quella a caratteri mobili, con le conseguenze che ne derivarono.

 Monarchie assolute? Ma solo degli ignoranti come scarpe possono venirsene con una ciancia del genere: i re assoluto (absolutus, sciolto da autorità superiori e controllo inferiore) nasce dal XVI secolo; nel Medioevo il re è un capo di guerra, e, di diritto, dipende dall’imperatore, che a sua volta è elettivo; e larghissime (troppo larghe, spesso) erano le autonomie orizzontali, quelle dei territori; e verticali, quelle dei ceti e dei corpi intermedi.

 Di fatto, anche nel Medioevo le cose andavano come andavano; a somiglianza di ogni epoca della storia: però di diritto il re era solo una delle componenti della politica, assieme alle altre: come rimase in Inghilterra oggi Gran Bretagna; e in Sicilia fino al 1812 e ’16.

 Il centralismo inizia con Luigi XIV e si esalta con Napoleone. È vero che le autonomie sono medioevali: evviva il Medioevo.

 Concludiamo con la cultura. Il Medioevo rozzo e ciuco, e in cui a scuola non andava nessuno, ci ha lasciato, tra molto altro, la Divina Commedia, che, chiariamo, è medioevale non solo per epoca, ma per dichiarata mentalità e fedeltà a Chiesa e Impero; e per stile sanguigno. Oggi che a scuola tutti vanno, siamo costretti a proclamare grandi scrittori certi autori di noiosissimi raccontini; e poeti quelli che ogni tanto vanno arbitrariamente a capo.

 Evviva il Medioevo.

Ulderico Nisticò