Fugit inreparabile tempus…


Così cantò Virgilio, e Dante, suo erede, chiosa Che perde tempo a chi più sa più spiace. Se il concetto è valido in generale, lo è tanto meglio per la Calabria, che ha sul groppone un mucchio enorme di problemi e guai, e quindi avrebbe bisogno di una Regione efficiente, e subito.

 Intanto, vorremmo sapere quando si vota; e invece il Consiglio si riunisce il 10 novembre, molto più in là dei dieci giorni previsti dalla norma: il triste evento della morte di Jole Santelli risale al 22 ottobre. Non è pignoleria, è che mi sa tanto di “poi vidimu”, vizio millenario dei Calabresi; e di voglia di non decidere.

 Ammesso che il 10 il Consiglio si sciolga come sarebbe obbligato, poi ci vuole un decreto di qualcuno, e siamo a metà mese; poi è Natale… e poi, panacea di tutti i mali, c’è il covid…

 Poi vorremmo sapere per chi e perché andremo a votare. Tale questione ha due importanti aspetti: le persone, e i programmi.

 NOTA: Per “programmi” non intendo i soliti sproloqui in politichese a colpi di “finalmente” e “antimafia segue cena”; intendo programmi seri, veri, genuini, credibili e possibili. Programmi che dovrebbero essere elaborati non da politicanti bisognosi di vitalizio, ma da menti pensanti.

 E invece le menti pensanti, in Calabria, non pensano se non a comando e a pagamento. E se pensano, qualche rara volta, sono sempre “s’io avessi l’ale da volar su le nubi e noverar le stelle ad una ad una”, scrive il Leopardi, in verità emulando Monti e un anonimo del Quattrocento. I nostri intellettuali hanno sempre un’idea filosofica sublime atta a raddrizzare, tra un paio di secoli, le gambe ai cani, però non sanno portarne uno (io, tre) a far la cacca, con busta in mano.

 A pagamento. A me chiedono ogni giorno aiuto e suggerimenti e lavori di urbanistica e giochini telematici su Soverato, e greco, e latino… e non mi paga nessuno; all’intellettualone calabro non chiedono mai niente, ma se qualche sporadica circostanza capita, lo strapagano. Mio destino cinico e baro!

 Passiamo alle persone. Se il cdx insiste negli accordi al vertice, e candida uno qualsiasi di Forza Italia, ha già perso le elezioni: chi cavolo volete che voti Gentile? Quanto alla Lega, che pareva trionfante, è bastato un anno di Invernizzi e suoi amici, perché si debba temere che non arrivi all’8%, quindi resti senza manco un consigliere: e, se mai, chi volete che voti per la Urzino? o per Rauti Walter, mio affezionato ex allievo? Insomma, regolatevi.

 La sx alle ultime elezioni non esisteva proprio, e andava in cerca di candidati miracolosi, con il tonfo che ricordate. Se insiste, e candida qualche illustre Enneenne, pareggia con FI: zero a zero. Ma se il cdx sbaglia – vedi Reggio, vedi Crotone, etc. – anche per la sx c’è speranza. E magari ci tocca un altro quinquennio di Oliverio?

 Ora guardate se a qualche muto torna la parola, e suscitiamo un dibattito? Che? In Calabria? Ahahahahahahahahahahahahahahah.

Ulderico Nisticò