Intelligenza artificiale? Sì, ma con intelligenza


 Ha iniziato le sue attività L’OSSERVATORIO NAZIONALE MINORI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE, con sede in Torre Ruggero, ospite del sindaco Roti. Presidente nazionale, Enzo Siviero; direttore, Francesco Pungitore; Maria Stefania Fera, vicedirettore esecutivo; componenti: Pietro Curatola, Giovanni De Giorgio, Igor Guida, Marialuisa Lagani, Ulderico Nisticò: segreteria: Cinzia Corapi, Monica Minervini.

 L’uomo è un essere artificiale, con buona pace di quelli che, Diogene e Rousseau alla mano, ogni tanto vorrebbero ricondurre l’umanità a un presunto e immaginario stato di natura e simpatiche scimmiette appese ai rami. Tutto ciò che l’uomo fa, nel bene e nel male, è una creazione dell’uomo, grazie alla facoltà dell’intelligenza, che è mossa dal dubbio, proprio solo dell’uomo, e si serve di strumenti anch’essi artificiali. Io sto scrivendo queste frettolose righe con un computer, e le spedirò a Soveratoweb via internet, affinché, sempre in internet, vengano lette da persone dotate di appositi utensili elettronici, quindi ormai quasi tutti.

 Vero che esiste una turba psichica, purtroppo molto diffusa soprattutto dalle nostre parti, che si chiama neofobia, cioè paura del nuovo. Anche l’introduzione dei computer venne accolta, quarant’anni fa, con timore. Anche tutte le altre innovazioni, e mi riferisco in particolare al treno nei primi decenni dell’Ottocento. Forse anche il fuoco trovò qualche vecchio bacucco che, dalla sua umida e buia caverna, ne sconsigliava l’uso e morì di artrite e di freddo. Fortuna che non gli diede retta nessuno.

 Il fuoco brucia? Anche l’IA può essere pericolosa, e in particolari per i più giovani. Non è una buona ragione per non farla, anche perché se uno Stato X la vieta e l’ammette invece lo Stato Y, internet e l’elettronica non conoscono confini. Perciò non servono leggi, che resterebbero pezzi di carta. Meglio accettare con entusiasmo il nuovo, ma un entusiasmo… intelligente, e controllato.

 Chi deve controllare? La cultura, intesa nel senso più esatto del termine; e, per la sua parte, la scuola.

 Ora chiediamoci se l’IA potrà sostituire l’uomo; e rispondiamo di no. L’IA, infatti, non sbaglia, quindi non partirà mai verso l’India per arrivare invece in America, e chiamarla lo stesso India. Basti questo, più un’autocitazione del lontano 1982, quando io scrissi sul Secolo d’Italia un articolo sul computer, che definii “lo schiavo erudito”, come quando i Romani compravano un “servus” molto colto; lo trattavano bene; non si è mai visto però che lo abbiano fatto console. Consoli venivano eletti dei Romani di sangue latino e sabino (anche etrusco, ma fingevano di non saperlo), ed erano di solito di scarsa letteratura e grande esperienza di guerra e di pace. Ed erano i consoli a decidere di tracciare una strada; e poi si procuravano un ingegnere che tecnicamente eseguiva bene l’ordine della politica. Dio e l’IA ci guardino dalla tecnocrazia.

Ulderico Nisticò