La festa di San Martino


 L’Archivio storico (si fa per dire!) del Comune di Soverato versa in condizioni inenarrabili, quasi peggio della Biblioteca. Quando tra cent’anni qualcuno consulterà documenti, vedremo. Per ora devo ragionare per deduzione, e ritengo che via San Martino si chiami così per la battaglia del 24 giugno 1859 tra l’esercito sardopiemontese e gli Austriaci; e, infatti, la via dirimpettaia s’intitola Solferino, battaglia combattuta lo stesso giorno dai Francesi. Voglio sperare che il colto e l’inclita sappiano qualcosa delle complicate vicende della Seconda guerra d’indipendenza, e vado avanti.

 Chissà, infatti, se qualcuno si ricorda del 1859; mentre tutti, prima o poi, abbiamo avuto a che fare con san Martino di Tours, del IV secolo. Veniva dalla Pannonia (Ungheria), ed era un militare. Si racconta che divise il mantello con un povero, e in suo onore il cielo nuvoloso tornò sereno: ed ecco l’estate di San Martino. Divenne poi vescovo di Tours, e si celebra il dies natalis, cioè il giorno della morte, l’11 novembre.

 Martino è un santo molto venerato, e tra i fondatori del monachesimo occidentale. Troviamo un monastero di San Martino, in territorio di “Squillace e Soverato”, che dovrebbe corrispondere ai resti della piccola chiesa prospicente sulla Vasche di Cassiodoro. E a questo proposito non possiamo scordare la miniatura di Bamberga, con la curiosa dicitura MARTINES.

  Comunque sia andata, Soverato ha creato, ormai quasi mezzo secolo fa, una sua tradizione di san Martino, nella centralissima via. L’inventarono e, con fasi alterne, la portarono avanti diversi nostri concittadini: Pasqualino Callipari, Mimì Caminiti, Mimmo Castanò, Silvio Catricalà, Franco Cervadoro, Salvatore Colacitti, Alfonso Donadio, Tonino Fiorita, Pasquale Franco, Mimmo La Rosa, Antonio Lomanno “Biondo”, Rita Lomanno, i Lupica, Antonino Maida, Mario Munizzi, i Rattà, Nicola Teti, Nino Vatrella… e spero non aver scordato nessuno. Se ne cura ora la Proloco.

 Auguri a tutti i Martino e le Martine. E buona festa.

Ulderico Nisticò