Le analisi del sangue


Il referto sulle analisi del sangue indica una serie di parametri. Cominciamo dall’esame emocromocitometrico, forse il meno considerato dai pazienti, seppur utile per illustrare le caratteristiche di quella roba rossa che circola per anni nel nostro corpo.

Esame emocromocitometrico

Utilizzato per la valutazione del numero delle cellule nel sangue, si distingue in tre parti. Una relativa ai globuli bianchi, una ai globuli rossi ed infine quella relativa alle piastrine.

I Globuli Bianchi (4.000-10.000 per millilitro di sangue, mL)

Sono deputati alla nostra difesa di tipo immunitario, si distinguono a seconda di come lavorano all’interno del nostro corpo e si rappresentano con la Formula Leucocitaria, che indica anche i loro valori di riferimento. La formula e la sue percentuali di composizione sono utili al medico per la diagnosi, ma devono essere correttamente interpretate e soprattutto prese in considerazione assieme ad una altra serie di parametri. Questa precisazione è fondamentale perché un paziente difficilmente può trarre delle conclusioni solo dalla visione di questo esame.

La Formula è, in generale, così composta:

Neutrofili   tra 35-80 %

Linfociti     tra 10-50 %

Monociti    tra 0,1-12%

Eosinofili   tra 0,1-7%

Basofili       tra 0,1-2,5%

Neutrofili.

Un aumento dei Neutrofili può indicare la presenza di infezioni acute, di infiammazione cronica, di un eventuale sforzo fisico eccessivo e di un possibile infarto miocardio.

Una diminuzione può essere causata da antibiotici, dall’infezioni virali, da malattie autoimmuni, da malattie del sangue e da farmaci che abbassano le difese immunitarie (immunosoppressori).

Linfociti.

Un aumento si registra alla presenza di malattie infettive virali, di infezioni croniche e di leucemia linfatica.

Una diminuzione è dovuta a farmaci assunti per lungo tempo come cortisonici, a terapie come la radioterapia o a malattie immunodeficienti come l’Aids.

Monociti.

Un aumento può essere dovuto ad infezioni croniche, alle leucemie, ai linfomi, a mielosi e affezioni gastroenteriche.

Una diminuzione può avvenire per malattie associate alla pancitopenia, cioè a quelle malattie che portano in generale alla riduzione di tutte le cellule presenti nel sangue, come leucemie e patologie del midollo spinale.

Gli Eosinofili.

A parte i primi tre mesi di vita in cui è fisiologico un aumento, può accadere che aumentino con le allergie, o malattie cutanee o parassitarie tipo scabbia.

Una diminuzione si ha per stress o per l’uso di cortisonici.

Basofili.

Un aumento si può verificare a causa di una leucemia, della colite ulcerosa, dell’artrite reumatoide, di carenza di ferro e di malattie del metabolismo.

Una diminuzione è spesso associata ad eosinofilia.

Andiamo ai globuli rossi.

I Globuli Rossi (4,50-6,30 x 106 /mm3)

I globuli rossi derivano da una evoluzione di cellule staminali che passa tra 7 stadi prima di giungere a perfetta maturazione. A parte il numero di globuli rossi, si considerano anche:

L’ Ematocrito (38-52%).

Indica la percentuale di globuli rossi sul volume totale del sangue.

L’Emoglobina ( Maschi tra 14-18 g/dL , Femmine tra 12-16 g/dL).

È la parte del globuli rossi deputata al trasporto dell’ossigeno.

È il parametro che definisce la presenza dell’anemia.

L’anemia viene definita per valori inferiori a quelli stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS):

11g/dL per i bambini

12 g/dL per le donne

11 g/dL in gravidanza

13 g/dL per gli uomini.  

Ritorneremo sulla definizione di anemia dopo aver visto un’altra serie di parametri che riguardano sempre i globuli rossi, o meglio le loro caratteristiche fisiche.

E sono:

MCV (86-102)

Indica il volume medio del globulo rosso.

MCH (27-34)

Indica il contenuto medio dell’emoglobina.

RDW (11-17 %)

Indica l’omogeneità del volume del globulo rosso.

Tanto più è alto tanto maggiore è la disomogeneità del volume del globulo rosso.

Aumenta nelle anemie da ferro e dopo trasfusione di sangue.

Ritorniamo adesso alle classificazioni di anemie.

L’anemia si definisce innanzitutto in base alla concentrazione di emoglobina, e poi in sottodefinizioni che riguardano altre caratteristiche del globulo rosso.

Una di queste prende in considerazione il MCV e quindi la forma del globulo rosso (Anemia Morfologica) e si distingue in:

anemie normocitiche, con globuli rossi di volume normale

anemie macrocitiche, con globuli rossi di volume aumentato

anemie microcitiche, con globuli rossi di volume diminuito

Un’altra classificazione prende in considerazione il MCH e quindi la concentrazione di emoglobina nel  globulo rosso (Anemia Cromica) e si distingue in:

anemie normocromiche, quindi con normale concentrazione emoglobinica per globulo

anemie ipercromiche, quindi con concentrazione aumentata di emoglobina

anemie ipocromiche, quindi con concentrazione ridotta di emoglobina

Rimangono da vedere solo le piastrine.

Le Piastrine (130.000-400.000 g/dl)

Sono frammenti di varie cellule con una vita breve di giorni. Sono responsabili della formazione di quei tappi che permettono di bloccare la fuoriuscita di sangue in una ferita.

Ci sono parametri che li definiscono, perchè come per i globuli rossi, infatti, non è importante sapere solo quante piastrine ci sono in un determinato volume di sangue, ma anche ottenere indicazioni sulla loro dimensione e forma, e sono:

PDW

Rappresenta il grado di variabilità delle dimensioni delle piastrine, come a dire che un aumento indica una enorme differenza nelle forme di queste piastrine. Ed è indice dell’anisocitosi piastrinica, cioè di globuli rossi di diversa dimensione. Un aumento è dovuto ad una attivazione di processi di coagulazione.

PCT

Indica quanto volume di sangue è occupato dalle piastrine.

Dopo le caratteristiche sul sangue, spesso vengono prese in considerazione una serie di altre sostanze presenti nel sangue e che sono indice del nostro stato di salute. Vediamone alcune.

L’Azotemia  (20-50 mg/dL)

L’azoto presente nel sangue è il prodotto finale del metabolismo delle proteine, formato nel fegato. La sua concentrazione è influenzata dalla quantità di proteine inserite con l’alimentazione, dalla percentuale di acqua presente nel nostro organismo, dalla diuresi e dal metabolismo proteico.

Un aumento può essere dovuto da:

Cause pre-renali

Tipo una dieta eccessivamente proteica, traumi, un periodo di digiuno, diarrea, occlusioni intestinali, disidratazione (abbastanza comune negli anziani), insufficienza cardiaca, un eccessivo uso di antinfiammatori e antipertensivi come gli ACE-inibitori.

Cause renali

 Quindi diverse patologie che coinvolgono direttamente i reni. 

Cause post-renali

Tipo calcoli delle vie urinarie, aumento delle dimensioni della prostata e tumori delle vie urinarie.

Una diminuzione può essere dovuta da:

una dieta con poche proteine e malnutrizione, patologie del fegato, in gravidanza e soprattutto con l’uso eccessivo di alcool.

La sideremia 

Il ferro è presente nell’organismo sotto forme diverse. Tra le tante ricordiamo: nell’emoglobina, depositato in una proteina che si chiama Ferritina e trasportato nel plasma da una proteina che si chiama Transferrina, che la porta a diversi organi e al midollo osseo. I valori normali cambiano a seconda del sesso e l’età:

neonato 170-190 μg/dL

infanzia meno di 100 μg/dL

uomo 80-170 μg/dL

donna 60-140 μg/dL

Un aumento della Sideremia può essere dovuto ad un uso eccessivo di alcool, cirrosi epatica, epatite acuta, e aplasia del midollo osseo (che è una malattia del midollo osseo che provoca la scomparsa dei suoi elementi).

Una diminuzione può avvenire per un ciclo mestruale abbondante, emorragie interne, infiammazioni croniche, cattivo assorbimento del ferro negli alimenti e in gravidanza.  

Il semplice dosaggio della Sideremia, considerata anche la notevole variabilità dei suoi valori, non ha una grossa rilevanza clinica, mentre diventa molto utile se associato ad altri esami, come la Ferritinemia e la Transferrinemia, che aiutano a costruire un quadro più completo del metabolismo ferrico nell’organismo. Vediamole in dettaglio:

Ferritina

È la proteina in cui si ha il ferro sotto forma di deposito. Ogni molecola può contenere fino a 500 atomi di ferro. Il valore normale per un uomo è tra 20-200 ng/mL, per una donna è tra 20-120 ng/mL.

Un aumento può essere dovuto da problemi epatici come epatite, cirrosi ed etilismo.

Transferrina

È la proteina che trasporta il ferro. I valori normali vanno da 200-400 mg/dL.

L’aumento è determinato da carenze di ferro, gravidanza e anticoncezionali. La diminuzione è dovuta a epatopatie e spesso si presenta anche in tarda età.

In seguito parleremo di trigliceridi, colesterolo ed altri parametri.

Alla prossima.

Filippo Apostoliti

Il presente articolo ha carattere divulgativo e non consultivo. Non può e non deve sostituirsi al rapporto paziente – medico, che rimane l’unico interlocutore per la corretta diagnosi e terapie delle patologie trattate.