“Liberi di scegliere”, dal film trasmesso da RAI 1 finalmente una bella immagine della Calabria


Lunedì 22 gennaio u.s., la programmazione di RAI Uno ha proposto agli italiani la visione del film “Liberi di scegliere”, film-documentario sulla malavita, tratto da una storia vera. Chi si attendeva il solito film di ndrangheta, tutto sparatorie e uccisioni cruente, è stato ampiamente deluso. Il film ha una sua trama, a tratti anche avvincente, ma soprattutto è basata su un nuovo modo di combattere la malavita partito proprio dalla Calabria.

Il racconto è centrato su una famiglia della malavita reggina in cui il capostipite , costretto alla macchia fatta di umilianti privazioni , mira alla prosecuzione del suo dominio attraverso l’azione dei figli. Uno di questi però, grazie all’opportunità offerta dalle intuizioni del presidente del tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, nel film interpretato dall’ottimo Alessandro Preziosi, ha però la possibilità di scegliere una strada diversa da quella già scritta dal padre. Tra vicessitudini e tentennamenti, il film propone il percorso rielaborazione messo in atto dal giovane fino alla scelta coraggiosa di riuscire a dire NO.

E’ stato il presidente del tribunale dei minorenni, dr. Roberto Di Bella, a volere questo protocollo grazie al quale è oggi possibile allontanare i figli minorenni dalle famiglie di ndrangheta . Un’idea coraggiosa quanto intelligente che punta a stroncare quel processo di emulazione e di interiorizzazione di valori e modelli di comportamento che portano a scelte obbligate quanto cruente. Allo stato sono circa 50 i minorenni interessati dall’attuazione del protocollo Di Bella.

E’ probabile che i risultati ottimali riguarderanno solo una parte di questi. E’ indubbio che dalla Calabria è oramai partita una nuova strategia di contrasto alla malavita capace di salvare delle vite e soprattutto di togliere terreno sotto i piedi alle famiglie di ndrangheta. Il valore di questa sperimentazione è data dall’esempio, base principale su cui costruire nuovi modelli. Non è un caso che molte donne di ndrangheta abbiano abbracciato questa soluzione per il futuro dei loro figli. Il successo di ascolto registrato dal film trasmesso in prima serata dalla Rai , battendo di gran lunga Adriano Celentano in onda su altra rete, è dimostrazione dell’attenzione del pubblico verso proposte caratterizzate da contenuti innovativi.

Siamo grati alla RAI che ha avuto l’intuizione per dare ampia visibilità alla sperimentazione nata in Calabria e ci auguriamo che, anche in seguito, possa proseguire l’impegno della Tv pubblica di accompagnare il racconto di una regione che ha voglia e risorse per costruire un futuro migliore.

Franco Caccia  (Presidente Associazione Sociologi Italiani- Calabria)


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