Primo sì al reddito di inclusione per 660 mila famiglie, benefici fino a 485 euro


Arriva il primo sì del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che introduce in Italia “una misura nazionale di contrasto alla povertà”. Il provvedimento attua la delega approvata a marzo, rendendo operativo il Reddito d’inclusione (Rei). Ora il provvedimento dovrà acquisire i pareri delle commissioni parlamentari competenti.

Il beneficio del reddito di inclusione nella prima fase sarà destinato a 660 mila famiglie di cui 560mila con figli minori, e andrà da “un minimo di 190 euro a un massimo di 485 euro”. Ad annunciarlo è stato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha varato la nuova misura nazionale di contrasto alla povertà. È prevista una doppia soglia di accesso: tetto Isee pari a 6mila euro e una secondo tetto di reddito equivalente pari 3mila euro.

La priorità nel riconoscimento del Reddito d’inclusione, spiega, verrà data ai nuclei “con almeno un figlio minorenne o con disabilità anche se maggiorenne, a quelli con una donna in stato di gravidanza o un over50 in disoccupazione”. “L’occasione è importante per dire che” il decreto sulla povertà “fa parte di una politica generale del governo che cerca di mettere l’accento sull’inclusione sociale – ha detto il premier Paolo Gentiloni in conferenza stampa a Palazzo Chigi -, lo abbiamo fatto anche a livello europeo, con una proposta di strumento di reddito di inclusione, lo continueremo a fare: ne ho parlato di recente anche con il presidente Macron perché questo tema deve diventare sempre più centrale per l’Ue”.

“Abbiamo preso impegni ad approvare in tempi rapidi il decreto legislativo sulla povertà – ha detto ancora il premier Paolo Gentiloni in conferenza stampa a Palazzo Chigi -, collaborando con l’alleanza per la povertà: siamo consapevoli che è un primo passo, una prima risposta a un’esigenza molto rilevante e che gli anni della crisi hanno reso ancora più stringente”. “Siamo soddisfatti di aver mantenuto un impegno e varato per la prima volta uno strumento universale contro la povertà ma al tempo stesso sappiamo che si tratta di un primo passo che dovrà vederne di ulteriori e questo è stato anche il senso dell’intesa tra noi e il mondo associativo, sindacale, culturale”, aggiunge.


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