Processo “Faida dei boschi”, chiesti 5 ergastoli e 90 anni di carcere in Appello


Cinque ergastoli e novanta anni di carcere per i dieci imputati del processo scaturito dall’inchiesta sulla cosiddetta Faida dei Boschi. E’ quanto chiesto dal sostituto procuratore generale Francesco Monaco dinnanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria al termine della requisitoria.

La Procura generale ha invocato quindi l’ergastolo per Vincenzo Gallace, Cosimo Giuseppe Leuzzi, Andrea Sotira, Cosimo Spatari ed Agostino Vallelonga. Chiesti 20 anni di reclusione per Salvatore Papaleo, 17 anni per Roberto Umbaca, 15 anni per Antonio Belnome, 13 per Luca Spatari, 12 anni per Antonio Leuzzi e 12 anni per Cosimo Damiano Bruno Vallelonga, classe 1955. In particolare Vincenzo Gallace e Cosimo Giuseppe Leuzzi sono accusati di essere i mandanti dell’omicidio di Damiano  Vallelunga, considerato il boss di Serra San Bruno, ucciso il 27 settembre del 2009 a Riace, a pochi passi dal Santuario dei santi Cosma e Damiano. Si tornerà in aula il prossimo 27 aprile e la parola passerà agli avvocati della difesa. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, omicidio, detenzione di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni. L’inchiesta scattò nell’estate del 2012 quando un blitz dei carabinieri portò in carcere sedici persone, ritenute vicine alle cosche Ruga, Leuzzi e Vallelonga operanti a cavallo tra i comuni di Monasterace, Stilo e Riace. Ad accusarli anche due pentiti: Antonio Belnome e Michael Panaija.


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