Questione di governance


Per il Movimento politico “Italia Plurale”, il Recovery Plan rappresenta una priorità. 

Il Recovery Plan “rappresenta certamente una priorità per il governo, per il paese e ovviamente per il Mef” così ha detto il ministro dell’Economia Franco in audizione sul Recovery fund alle commissioni riunite Bilancio, finanze e politiche UE di Camera e Senato. ”Il Next Generation Ue è un passaggio storico nella costruzione del bilancio europeo comune”.

I fondi europee saranno fruibili alla fine dell’estate con i pre-finanziamenti al 13%: “Per il nostro paese il piano è una occasione molto importante, rende possibile affrontare in modo coordinato e con rilevanti mezzi alcuni problemi strutturali”, ha continuato il ministro, sostenendo che: “Per il Recovery servirà una puntuale descrizione della governance, occorre poi tarare il valore dei nostri progetti sulle risorse effettivamente disponibili, infine alcuni progetti vanno completati con maggiori dettagli.”

Il Recovery fund per l’Italia contempla risorse a disposizione del nostro Paese per circa 196 miliardi a prezzi correnti, 69 sotto forma di trasferimenti, 127 sotto forma di prestiti. Tuttavia gli ultimi dati, ed il regolamento europeo che prende a riferimento il Pil del 2019, generano un preventivo dell’ammontare dei fondi per circa 191,5 miliardi, un po’ minore a quella prevista a gennaio.

Ha spiegato poi Franco che: “Occorre una governance robusta e articolata nella fase di attuazione degli interventi e compiti e responsabilità saranno suddivise su due livelli di governance: stiamo considerando la costituzione di una struttura centrale di coordinamento presso il Mef a presidio e supervisione dell’efficace attuazione del piano che sarà affiancato da una unità di audit indipendente”.
Inoltre “nelle prossime settimane dovremo riflettere sul rapporto fra progetti a legislazione vigente e nuovi progetti e vedere se la distribuzione fra i due canali di intervento debba restare quella indicata o debba essere soggetta a cambiamenti”, ha spiegato il ministro.

Il governo si sta adoperando al “rafforzamento del piano dal punto di vista degli obiettivi strategici e delle riforme che li accompagnano”, ed ha confermato le finalità cruciali già segnalate dal premier Mario Draghi: “produzione di energia da fonti rinnovabili, abbattimento dell’inquinamento di aria e acqua, rete ferroviaria veloce, reti di distribuzione di energia per i veicoli ad alimentazione elettrica, produzione e distribuzione di idrogeno, digitalizzazione, banda larga e reti di telecomunicazione”. “Questi obiettivi – ha ancora spiegato – saranno soggetti a vincoli concreti attraverso precisi criteri di ammissibilità in base alle tre linee guida della Ue digitalizzazione, conversione ecologica, inclusione sociale.”

Il ministro ha continuato poi dicendo che: “presto ci sarà una fase molto rapida e concitata in cui noi come governo dovremo di nuovo informarvi, poi come questa azione e come il Parlamento poi si esprima non mi sentirei di rispondere oggi perché impegna l’intero governo. È questione su cui il CdM dovrà esprimersi e avere un dialogo, non abbiamo ancora identificato la strategia per questa fase che sarà rapida, veloce. Insieme dobbiamo trovare pragmaticamente una soluzione”.

“I tempi sono stretti: abbiamo meno di due mesi per finalizzare il piano, per questo la definizione non può subire battute d’arresto; – così il ministro dell’Economia – spiegando altresì che si parte dalla bozza attuale per poi procedere con l’analisi dei contenuti verificando le strategie e con gli opportuni disegni delle misure di riforma più urgenti. Dobbiamo definire un piano metodologicamente unitario e coerente con gli obiettivi. Si tratta di una “sfida ambiziosa” anche perché l’effettiva erogazione delle risorse sarà subordinata al conseguimento di obiettivi intermedi e finali che vanno definiti fin da subito definiti in modo chiaro, realistico e verificabile”.
Il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” ritiene che alcune sezioni del piano italiano per il Recovery fund proposto a gennaio vadano consolidate, ed è ora necessario programmare i nostri propositi sui fondi realmente fruibili.

Per il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” una riforma importante è quella fiscale, che dovrebbe essere una delle priorità di questo governo visto il livello abbastanza elevato dell’imposizione fiscale e delle aliquote in Italia.
Il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” reputa che sulle riforme che dovranno associarsi agli investimenti del Recovery fund bisogna avere a mente l’obiettivo di progettare in maniera strutturale lo scenario legale dei settori di sostegno, con intervalli molto stretti e molto realistici.

A parere del Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” le due riforme che sono specificatamente rilevanti, sono da un lato quella della pubblica amministrazione e dall’altro la riforma della giustizia; senza dimenticare poi una terza riforma quella che concerne i provvedimenti di semplificazione normativa.

Il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” è del parere che si debba avviare una politica di riimmissione di persone più giovani nella Pa: una questione non semplice che richiede provvedimenti che si svolgono in più anni, ma sicuramente vi è nell’immediato un preoccupazione improrogabile di rafforzare in tempi brevi gli assetti amministrative per poter coordinare i piani del Recovery fund.

Da ultimo il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” considera che grazie al Next Generation EU sia possibile concorrere ad aumentare il nostro potenziale di crescita e per farlo il piano italiano deve procedere nella direzione consigliata dalla Commissione UE: “digitalizzazione, transizione ecologica, inclusione sociale”; la sfida sarà conseguire soluzioni che permettano l’attuazione in tempi sostanzialmente rapidi.