Reitano, e ancora sulla toponomastica


mino_reitano Ricevo cortese invito alla cerimonia per l’intitolazione di una piazza a Mino Reitano. Ringrazio e farò di tutto per esserci.

 Al proposito, mi sono già espresso, e ripeto. Reitano era stato un valido musicista, cantante e autore, prima di finire nel vortice di un piagnisteo calabro che gli nocque nell’arte e persino gli guastò la voce, assicurandogli, ovviamente, un immenso e meritato e retribuito successo. Successo e degenerazione sono spesso conseguenza uno dell’altra, e viceversa.

 Voglio ricordare i suoi inizi, con “Avevo un cuore” e altre cantate da lui, e quella delicata “Una ragione di più” affidata alla vellutata ugola della Vanoni. Poi gli sentii cantare, no, strillare una roba il cui ritornello faceva “Bronzi di Riace, guerrieri della pace”, e piansi!

 Con tutto questo, meglio un’intitolazione a Mino Reitano che agli innumerevoli politicanti ignoti e dal passato dubbio che aduggiano tante soveratesi piazze e vie; e ad altri non meno immeritevoli di qualsiasi riconoscimento.

 Colgo l’occasione per ricordare che Soverato versa nell’anarchia toponomastica, senza un apposito regolamento e adeguati criteri; e nessuno pare intenzionato a mettere mano. Così negli anni è successo di tutto, secondo le mode, gli umori, i compromessi tra partiti…  Così ci troviamo Cassiodoro, fra Giacomo e fra Zumpano con strade o piccoline o del tutto deserte; e niente Gagini, e l’idea di una piazza Mimì Caminiti naufragò miseramente… e se vi raccontassi che guerra, per la piazza don Gnolfo! E invece, troppe importanti vie cittadine portano nomi che non ricorderebbero manco i nipoti dei dedicati, e a molti intitolati non corrispose mai nessunissimo merito.  Sì, meglio Mino Reitano.

Ulderico Nisticò


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