Repubblica presidenziale?


 Alcune premesse necessarie. Quando io, ancora con i capelli nerissimi, andavo a far comizi del MSI parlando di repubblica presidenziale, quasi ignoravo che a Milano esistesse un Silvio Berlusconi; mentre la Meloni e Salvini erano lontani anche dal fisicamente nascere. Seconda premessa: che l’attuale sistema italiano vada malissimo dal 1948, anzi 44, lo dimostrano a sufficienza i circa 70 governi e governicchi, e il pullulare di partiti. Terza: non credo molto alle istituzioni come miracolo e panacea dei mali, ma almeno tentiamo di migliorarle.

 Credo che solo l’Italia, tra le grandi nazioni, mantenga il sistema parlamentare e partitocratico. La Francia, che lo inventò e sparse la voce, lo ha radicalmente cambiato già nel 1958, con una repubblica semipresidenziale ed elezione popolare del presidente: e non è caduta la Torre Eiffel, anzi il paese si assicurò una palese stabilità.

 Attenti: non basta che il presidente sia eletto direttamente, se poi il governo cade ad ogni colpo di tosse di partiti e correnti e “lobby” varie. Però, un presidente ad elezione diretta, migliora un poco le cose.

 Con quali poteri? Ragazzi, ma perché cadete tutti dal pero? L’articolo 87 dell’attuale cost assegna al presidente una lista di poteri che non finisce mai; il sottinteso è che non li eserciti e lasci fare ai partiti, e infatti non sono quasi mai stati esercitati; e i presidenti, con qualche estemporanea eccezione, sono stati sempre decorativi e muti. Colpa loro, ovvio, perché erano e sono uomini del sistema, e stanno al gioco.

 Basterebbe che il presidente nominasse davvero governo e ministri, e già taglierebbe le gambe a tutti i segretari dei sedicenti partiti e partitelli.

 Oppure che il presidente della repubblica facesse davvero ed effettivamente il presidente del CSM: cosa che, sotto tutti gli occhi nostri, non è minimamente avvenuta.

 Per molte ragioni, la proposta di repubblica presidenziale è quanto mai seria e, almeno per me, urgente. Le istituzioni si possono cambiare? Uh, se si possono: secondo l’attuale cost, la sola cosa che non si può cambiare è la forma repubblicana; tutto il resto è opinabile.

 Si dovrebbe dimettere Mattarella, in caso di riforma? Non lo so, perché siamo in un caso “de iure condendo”, cioè senza una norma. Vi ricordo però che Mattarella è stato rieletto per estrema soluzione; come era accaduto, per disperazione, con Napolitano, che due anni dopo si dimise. E non accadde che il sole piangesse, qualmente, secondo Virgilio, per la morte di Cesare. E non facciamo paragoni.

 Mattarella si potrebbe ricandidare? Certo, se vuole; e chi ci tieni, lo voti. Io, no.

 Apriamo una discussione?

Ulderico Nisticò