Utilizzare attori nelle scuole e nelle aziende di comunicazione per l’esatta dizione delle parole e per educare alla comunicazione


parlare bene in pubblico al microfonoL’Università delle Generazioni ha inviato una lettera alla ministra della Pubblica istruzione Stefania Giannini (pure nella sua qualità di linguista e glottologa), ai Rettori delle Università italiane, ai politici (specialmente a Deputati e Senatori), ai sindacati degli attori, alle scuole di teatro e alla stampa italiana ed estera per proporre l’introduzione di attori professionisti nelle scuole per educare gli alunni alla più esatta dizione delle parole, mentre esorta i network (specialmente quelli della comunicazione in voce radiotelevisiva) ad evitare che i conduttori dei telegiornali e delle trasmissioni di intrattenimento storpino (come sempre più spesso  purtroppo accade) nomi di persone e di luoghi geografici provocando un effetto deleterio sugli ascoltatori, specialmente sugli interessati.

Tra i destinatari di questa lettera-proposta figurano pure scuole teatrali molisane, come quella della compagnia stabile del Molise, diretta dall’attrice agnonese Paola Cerimele, ma anche quella di “Teatro-azione” di Caterina Mannello e Giorgio Cardinali di Roma e l’associazione nazionale fonici del doppiaggio. Infatti, secondo l’Università delle Generazioni, si tratta di formare nel corretto parlare tutti i cittadini, ma soprattutto i personaggi pubblici come i politici e coloro i quali fanno della comunicazione verbale (parole e gesti) la loro principale professione o il mezzo per interloquire nel migliore dei modi.

“Negli Stati Uniti e in altre nazioni – ricorda Domenico Lanciano, responsabile dell’associazione culturale agnonese – tutti i cittadini vengono educati già nella scuola (ed alcuni si perfezionano in appositi corsi) ad essere disinvolti nel parlare bene davanti al pubblico, dimostrando di essere padroni della lingua e della comunicazione sociale. E’ quanto mai strano che proprio in Italia (che è stata la patria dell’arte oratoria, dell’eloquenza, della retorica già nel Sud della Magna Grecia con Empedocle e poi a Roma con Cicerone) siamo carenti in un aspetto che è importante per dialogare ma anche per persuadere e vendere”.


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