E ce l’abbiamo fatta alla grande


received_10207246917825928 “L’ippogrifo sa volare” è andato in scena per i ragazzi e per quel pubblico che ha sfidato l’orario, di fronte a un teatro zeppo, e nel migliore dei modi per capacità dei giovani attori di dominare la scena; e, non meno significativo, di conciliare le prove con gli impegni scolastici. Il teatro è un fatto collettivo e complesso, in cui, se è vero che il testo è importante, è altrettanto importante ogni benché minimo particolare: scenografia, musiche, luci, costumi, oggetti, microfoni, trucco…

 Tutti hanno avuto dunque la loro parte di merito, e mi piace ripetere i nomi.

 l’elegante conduttrice Ornella Ieropoli;

 gli attori: Laura Aversa, Alessandra Battaglia, Michele Benvenuto, Alice Caglioti, Chiara Camastra, Silvia Caridi, Serena Castanò, Elisa Cirillo, Carla De Giorgio, Vincenzo Ferraro, Francesco Giannini, Emilia Gualtieri, Fatima Leotta, Elisabetta Licciardi, Alessandro Marino, Francesca Montepaone, Bruna Natale, Marisa Orlando, Francesco Persampieri, Federica Ranieri, Cristina Siviglia, Filippo Surace, Maria Rosaria Ussia, Maria Grazia Vetrano, Emanuele Voci, Roberta Voci, Alessia Vono;

 le coreografie create dalle stesse danzatrici: Ilaria Alfarano, Dania Fera, Manuela Frustagli, Carmela Martino, Erica Mellace, Marta Rudi, Bice Scuteri

 le musiche: Maria Aiello, Michele Benvenuto, Chiara Camastra, Sabrina Marcella, Alessandro Marino, Francesco Persampieri, Giuseppe Sestito;

 ai servizi tecnici, bravo Marco Menniti;

 ha colpito molto la scenografia di Cesare Taverna, che sarà conservata per i giorni rimasti alla Settimana del cervello, cui lo stesso lavoro teatrale è ispirato e che lo ha reso possibile.

 Ringraziamo dunque l’Accademia degli ex allievi e il suo presidente Franco Condò, e la mente scientifica di Vincenzo Rispoli.

 Piena e fattiva la collaborazione del Liceo, in testa il preside Vincenzo Gallelli, con i colleghi, in particolare Lucilla Stasolla e Caterina Serrao, e tutto il personale. Non sono mancati amici esterni, e ringraziamo per la consulenza Maria Palazzo.

 L’argomento del lavoro, nato per l’occasione scientifica, non poteva che essere il variegato e oscuro mondo della follia, qualunque cosa ciò sia, derivi dai neuroni o dall’anima. Viene chiamata in causa la presenza di ogni genere di turbe psichiche tra i miti degli dei (Eco), le vendette feroci della donne tradite (Medea), lo smarrimento dei sensi prodotto da Dioniso (Agave e Penteo), la furia della guerra scatenata per bellezza di donna (Elena), le manie intellettualistiche (una certa lucida pazzia razionale tipica dei Calabresi!), i matti di paese (le comari e il lupo mannaro), la genialità misteriosa e la follia clinica (Alberto e Antonio); e la follia nella letteratura che si studia a scuola: Omero (la depressione di Bellerofonte), Ariosto (la pazzia di Orlando), Pirandello (Enrico IV); e, in lingua originale, Euripide (le baccanti), Orazio (Cleopatra), Cervantes (don Chisciotte), Shakespeare (Mercuzio e Ofelia), Baudelaire (Le fou et la Vénus), Hugo (à Chateaubriand).

 Credete all’autore, amici lettori: è stato un miracolo di Tersicore, la Musa del teatro. E forse non abbiamo finito qui.

Ulderico Nisticò


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