Avrei necessità di conoscere il suo notevole commento sul clericale filosofo calabrese Paolo Emilio Tulelli che di calabrese ha la nascita, i primi studi, poi bisogna parlare del napoletano Tulelli come tutti i grandi filosofi meridionali che agognavano Napoli come meta suprema per i loro studi. Desiderio legittimo se si considera che dopo Parigi, Napoli era la capitale della cultura europea. Detto questo vorrei soffermarmi sulla intrinseca personalità del Tulelli. Una personalità strettamente legata da vincoli e doveri che abbraccia a vita piena i dogmi unitari ma insegnando i dettami filosofici ai figli dei regnanti borbonici. Un rapporto stretto e continuo con la real casa sfociato in un prezioso orologio di manifattura francese dato in regalo al Tulelli dai figli dei regnanti per la stima e la dedizione nell’insegnare, ed ancora in possesso degli eredi. Esimio professore NISTICO’ MI CHIEDO COME MAI l’abbraccio alla causa unitaria di un uomo forte culturalmente, in grado di guardare e leggere il futuro prossimo che stava per arrivare e non afferrare la grande tragedia che stava per colpire il popolo meridionale. Secondo lei quale potrebbe essere il pensiero filosofico del Tulelli sul carcere di finestrelle dove il boia piemontese ha ammazzato migliaia di meridionali, oppure sulla strage di Simeri Crichi a pochi passi dalla sua Catanzaro. Infine vorrei sapere il concetto filosofico del Tulelli sulla teoria dell’atavismo criminale ,del delinquente nato, i calabresi in particolare e in generale i meridionali tutti ribellatesi ai piemontesi perché selvaggi, e simili alle bestie e non perchè la conquista piemontese sia ingiusta. In effetti le menti eccelse non potevano ribellarsi, ma erano solo dei traditori della patria.
Ezio Leonardi
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