Da Resurrexit, 2009


In questo tempo di sventura, e nei giorni di Passione e Resurrezione, non trovo di meglio che ricordarvi alcuni versi di Resurrexit, lasciando a ciascuno le sue riflessioni. Eccoli.

O Dio che facesti ogni cosa, le messi infinite di stelle,
e gli abissi cupi del mare, e gli alberi, e i campi, e i deserti,
i monti coperti di geli, e i fiori e le fronde dei rami,
ed ha disseminato benigno dovunque ogni aspetto di vita,
e ovunque nascono e vivono e muoiono senza mai conoscere pena,
e soli noi in tutto l’immenso, noi uomini rendesti a Tua immagine,
e siamo in parte dèi dentro il cuore, e in parte vile mucchio di carne,
noi soli, re o miseri schiavi, noi soli, pastori o guerrieri,
noi soli di breve destino o in una desolata vecchiezza,
noi soli, felici o infelici, noi soli conosciamo il dolore,
noi soli a ogni istante di vita proviamo l’angoscia di scegliere,
e il frutto del bene e del male, e a ogni alba ci desta una sferza,
un pungolo, un morso dell’anima, l’acuto desiderio di vivere,
e il volere ricchezze per timore di essere poveri,
e ricercare la forza per qualche continua paura,
e l’odio e l’amore tenace, e la ricerca di gloria,
e la mancanza di fede, e l’essere dio di noi stessi,
e ribellarsi anche a Te, spezzando le porte del limite.
E Tu, Dio dell’alto dei cieli, che Ti sei fatto anche uomo,
e hai pianto, e hai pregato Tuo Padre passasse da Te questo calice,
Tu ora conosci che sia l’incognita eterna del fato,
la sorte di essere uomo, e i desideri infiniti
e l’inatteso ogni giorno, e a ognuno di noi chiodi e croce,
a ognuno il flagello e la morte, e a ognuno la resurrezione;
e sei ora venuto a portarci la verità senza pace.

E coraggio, dunque.

Ulderico Nisticò