Il non partito del non voto


 Vi ricordate le ultime due regionali in Calabria, quando gli intellettualoni si lanciarono su geremiadi e piagnistei sociologici della domenica, e, quando non sapevano che altro dire, se la presero con la mafia che non passa mai di moda? Invano tentammo di spiegare loro che, per una legge di alti sentimenti patriottici ma del tutto campata in aria, in Calabria sono segnati per elettori i pro-pronipoti degli emigrati; e nel mio paesello d’origine si contano 1.900 elettori veri… e 3.400 immaginari.

 Ora tacciono, i superprofessori di antropologia e sociologia di Calabria, quando a Milano e a Roma, per un totale di 14 muilioni di elettori, è andato a votare il 40%. Ahahahahahahahahahahah! Ma cerchiamo di capirci noi qualcosa.

1. Agisce senza dubbio una netta sfiducia nelle Regioni in genere, e in quelle Lombardia e Lazio in parola. Va a votare solo il parente del candidato, o chi è in fila per ottenere un favore. Esempio locale: io, che ho votato, molto fugacemente, cdx, non ho la minima idea di chi siano gli assessori e consiglieri di maggioranza e di opposizione, e che facciano di bello. Leggo sì interessanti notizie sulla gestione della sanità; ma nessunissima sulla cultura (quella vera!) e quasi nessuna sul turismo. Vi basta come esempio?

2. L’Italia era la terra della politica; e ancora fino a qualche decennio fa, la tessera di partito era custodita ed esibita come una bandiera. Le vecchiette si facevano portare in barella, a votare. Nei paesi più piccoli c’era un segretario di sezione, e spesso anche una sede. I comizi – io ne ho tenuti a decine e decine per il fu MSI – riempivano le piazze. Oggi, se io volessi iscrivermi a un partito qualsiasi, dovrei telefonare al più o meno credibile segretario nazionale, in assenza assoluta di un segretario cittadino, provinciale, regionale.

3. È anche palese che i sedicenti dirigenti nazionali hanno tutto l’interesse – magari inconsapevole ma interesse – a lasciare nel silenzio la politica, evitando come la peste riunioni e congressi veri.

4. Tornando ai fatti spiccioli, è anche vero che i sistemi elettorali cartacei sono ottocenteschi, oltre che inutilmente costosi; e si potrebbe votare anche via internet. Possibilmente senza furbate; ma chi s’intende di internet sa che il controllo è possibile e sicuro. E potrei raccontarvi tante di quelle truffe cartacee… Una? 1860, plebiscito per Nizza alla Francia: 43.000 elettori, 43.000 sì. Ahahahahahahahahahahahahahah! O leggete e vedete il Gattopardo, con il plebiscito di Donnafugata, 100%, alla faccia di Ciccio Tumeo che aveva votato per i Borbone.

5. Quello del non voto non è un partito, ma riguarda tutti i partiti. Ognuno di loro dovrebbe domandarsi il perché.

Ulderico Nisticò