La giornata della memoria del 27 gennaio sia universale non soltanto Shoah ebraica


Caro Tito, come è sufficientemente noto, oggi 27 gennaio 2020 ricorre il 75mo anniversario della liberazione degli internati nel campo di concentramento nazista di Auschwitz da parte dell’Armata russa in avanzata verso Berlino. Quello odierno è stato riconosciuto dalla Repubblica Italiana come “Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti” con legge n. 211 del 20 luglio 2000, pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000.

1 – APPELLO ALL’UCEI – UNIONE COMUNITA’ EBRAICHE IN ITALIA

Sono ormai parecchi anni che vado evidenziando l’esigenza di fare di questa “Giornata della Memoria” una preziosa occasione per ricordare non soltanto i dolorosi campi di concentramento nazisti del secolo scorso ma tutti i genocidi della Storia umana, tentati o effettuati. Ragionando sulla violenza individuale e collettiva. Allo scopo di uscirne fuori il più possibile.

Mi sembra poco educativa (se non addirittura penalizzante e persino controproducente) l’insistenza a voler mettere al centro dell’attenzione e delle considerazioni (come sta avvenendo ormai diffusamente) soltanto la Shoah in questa come in tante altre occasioni. Capisco bene che il popolo ebraico, verso cui ho una devozione immensa, abbia sofferto terribilmente non soltanto durante il ventesimo secolo ma in parecchie epoche della sua ultramillenaria storia. Tuttavia, perde una irripetibile opportunità nel non farsi “guida” del dolore del mondo, ricordando pure le terribili persecuzioni e i tragici genocidi patiti dagli altri popoli nostri coevi ma anche passati.

E’, detto in breve, ciò che ho scritto, anni fa, in una lettera indirizzata all’UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche in Italia. Senza ottenere risposta. E ribadisco questa mia opinione, proprio per il grande amore che porto verso tutti i popoli e, in particolare, verso i popoli che hanno grandemente sofferto nel corso dei secoli. Non ultimo quello meridionale italiano, dal 202 avanti Cristo, da quando cioè il nostro Sud è stato conquistato dagli antichi Romani, dopo dei quali si sono succedute altre dominazioni quasi tutte oppressive e repressive, addirittura sanguinarie. Compresa la dominazione dei Savoia che, dal 1860 in poi, ha comportato il genocidio del Sud e la disarticolazione del popolo meridionale. Dominazione che, sotto altri aspetti e con altri metodi, continua ancora adesso ai tempi della Repubblica.

2- GIORNATA DEL DOLORE UNIVERSALE DEI POPOLI OGNI 27 GENNAIO

Data l’enorme importanza, torno ad insistere su tale aspetto, riproponendo di dedicare il 27 gennaio di ogni anno al “dolore universale dei popoli” pure per contemplare il fatto che senza il benessere di tutti non ci potrà mai essere pace. Mi riferisco, ovviamente, anche al dolore del popolo palestinese cui il popolo ebraico dello Stato di Israele non mi sembra del tutto estraneo. Specialmente dopo l’orrore vissuto sotto il nazi-fascismo.

La mia coscienza e il mio cuore di “universalista” non sanno e non sono capaci di dire meglio e di più.

Urge ricordare e considerare tutti i popoli che (oppressi in un modo o nell’altro, nel passato come nel presente) sono stati gravati dall’angoscia del martirio.

Un dolore che occorre elaborare insieme. Altrimenti non usciamo dal vortice e dalla spirale dell’odio e del rancore.

3 – DAL GENOCIDIO ARMENO A QUELLO DEL BENGALA

Spesso sentiamo accennare al genocidio armeno da parte dei turchi mentre in Europa si combatteva la prima guerra mondiale, in particolare negli anni 1915-1916.E qualche accenno si fa, sporadicamente, sulle vittime e sugli eccidi del colonialismo di ogni tipo, anche italiano. Ma taluni stermini o genocidi ci sono ignoti o ci vengono quasi nascosti, come ad esempio, quello del Bengala (oggi Bangladesh) del 1943-44 quando questa regione asiatica faceva parte dell’India britannica.

Ne ha trattato brevemente il professore Franco Cardini (Firenze 1940) durante la trasmissione “Passato e Presente” (condotta da Paolo Mieli) andata in onda proprio qualche giorno fa su Rai Tre, tra le ore 13,15 fino alle 13,50. Il noto storico e docente universitario ha detto che, in pratica, le decisioni degli Inglesi occupanti l’India (fatte in buona o cattiva fede) hanno provocato circa tre milioni di morti nel Bengala, in occasione della carestia del grano del 1943-44. Parole testuali: “Metà dei morti ebrei durante la Shoah”.

Sarebbe interessante apprendere quanti morti seriali e collettivi abbia provocato l’Impero Britannico durante il suo lungo dominare grande parte del pianeta. Così come sarebbe utile sapere la Spagna dei secoli passati quanti e quali genocidi abbia commesso in America Latina e in altre parti del mondo. Così come gli Stati Uniti riguardo lo sterminio degli indiani pellerossa nativi del nord America. Oppure come la Chiesa Cattolica o i Poteri a lei vicino durante i lunghi secoli dell’Inquisizione. Ed anche quante morti di massa abbia collezionato il regime comunista sovietico dal 1917 al 1989. Così via per tutti gli altri Poteri e Regimi.E come non citare le orribili e nostre contemporanee stragi in mare e nei deserti dei nuovi migranti, profughi, esiliati?!…

4 – UN ISTITUTO UNIVERSITARIO E PUBBLICAZIONI SUI GENOCIDI NELLA STORIA

Molti anni fa ho scritto ad alcune grandi case editrici, tra cui la ben nota Feltrinelli di Milano (conosciuta come progressista), proponendo di pubblicare una serie di libri o almeno un libro sui genocidi avutisi nel corso della Storia. Per conoscere, per capire, per non dimenticare, per prevenire. Non ho avuto alcuna risposta.

Nei prossimi giorni avanzerò proposta al neo-designato Ministro per l’Università e la Ricerca, professore Gaetano Manfredi, ex Rettore della Federico II di Napoli, affinché esamini la possibilità di istituire un apposito “Centro o Istituto per lo studio dei genocidi nella storia dell’umanità” pure al fine di contribuire alla pace e alla cooperazione tra i popoli. Tale Centro o Istituto mi sembra assolutamente necessario per contribuire a formare le presenti e le future generazioni alla nonviolenza, alla tolleranza e salvezza del nostro pianeta. E per creare la giusta cultura e il più favorevole clima per l’amicizia solidale tra le genti.

5 – SALUTISSIMI

Caro Tito, solitamente i violenti e coloro che fanno del male non dormono la notte per studiare il modo di come infliggere più morte e più distruzione, più ruberie e quanto altro per recare danni specialmente alle persone umili e pacifiche. Non pensi che pure noi, che amiamo il bene e la pace, non dovremmo dormire nemmeno la notte per cercare le più utili soluzioni per affrontare e ridurre ai minimi termini proprio la violenza ed il male che affligge il nostro territorio così come tutta l’Umanità?…

Con questo augurio e accorato appello, saluto te e i nostri gentili lettori, pensando alla gente che soffre in ogni modo e per qualsiasi motivo. La sofferenza è dolorosa per tutti. Ridurla al minimo possibile è un’azione altamente meritoria. Spero, perciò, che anche ogni “Giornata della Memoria” possa contribuire a renderci più buoni e ad impegnarci di più per la Pace e l’Armonia tra persone e tra popoli. Che sia sogno o utopia questa è la sola ed unica strada possibile. Per impegnarci tenacemente a risolvere, prima possibile, e lenire il grande dolore del mondo.

In attesa della “Lettera n. 268”, ti saluto, sempre con grande cordialità e stima! Buona vita!

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)