La Magistratura, nei limiti


 I Greci pensavano che solo ciò che è limitato è perfetto. E invece in Italia niente sta più nei giusti limiti, e meno che meno la Magistratura. Orbene, se io fossi – quod deus avertat – un iscritto ai 5 stelle, mi arrabbierei tantissimo di fronte al blocco degli organi del partito per effetto di una sentenza. Attenti qui: se passa il principio, domani qualsiasi giudice potrebbe bloccare un atto del governo o una partita di tresette… o incriminare Putin e Biden per violazione dell’art. 11 della costituzione italiana.

 Pensate sia una battuta di spirito? Ricordatevi dell’interpretazione di Grasso dell’art. 10 sui clandestini, prova certa che Grasso, e altri con lui, scambiano un atto interno all’Italia con una dichiarazione valida anche in Papuasia e in Islanda. Ecco un bell’esempio di diritto senza più limiti; e sempre più astratto, e separato dal diritto positivo.

 E invece i giudici devono tornare, come tutti gli altri, entro limiti precisi. I giudici non devono combattere la mafia, bensì incriminare e condannare i singoli mafiosi (se lo sono), con l’aggravante dell’organizzazione. I giudici non devono difendere le donne, bensì incriminare e condannare i singoli violentatori (se lo sono). I giudici non devono rieducare il mondo, bensì incriminare e condannare i singoli colpevoli di qualcosa (se lo sono).

 Se lo sono: lo Stato spende ogni anno non so quanti miliardi per risarcimenti d’ingiusta detenzione; per non dire delle spese legali che un disgraziato deve affrontare.

 Altrimenti, sapete che succede? Che al posto della santificazione dei giudici degli anni 1970-2000, si sta diffondendo una generalizzata sfiducia nella Magistratura, a cominciare dal Consiglio Superiore, che sta sempre lì, con l’avallo del suo passato e presente presidente. Il quale avrà magari perfettamente ragione, ma è l’unico in Italia ad aver fiducia negli ex amici di Palamara!

 Serve, urge una riforma dell’ordinamento giudiziario. Finora, tutti quelli che ne hanno parlato si sono beccati valanghe di avvisi di garanzia per abigeato, divieto di sosta, tradimento della patria, eresia e qualsiasi altro reato: in altri contesti, ciò si chiamerebbe avvertimento, ma non è certo il nostro caso.

 Alla fine, i medici, devono fare i medici; i professori, i professori; gli idraulici, gli idraulici; i giudici devono fare i giudici, e solamente i giudici.

 E agire solo con in mano il diritto positivo, senza ideologie e altre ubbie mentali.

Ulderico Nisticò