La Radice di Badolato, e il dialetto


 Da ventinove anni, la Radice – associazione e rivista – vive e s’impone nella cultura calabrese. L’ha fondata e ne è l’anima Vincenzo Squillacioti; attuale presidente è Mario Gallelli. Con periodicità abbastanza regolare, pubblica la rivista più volte l’anno: e U. N. si vanta di essere il più antico, e sempre presente collaboratore. Non sono mancati libri più corposi; e lunga e ricca è la storia delle pubbliche manifestazioni culturali.

 Il 22 gennaio 2023, la Radice ha fatto dono di una raccolta di vocaboli antichi del dialetto badolatese, destinata soprattutto ai giovanissimi studenti. È, infatti, un fenomeno sociologico del mondo contemporaneo, e non solo nei nostri piccoli paesi, che i dialetti rischino la scomparsa con la decadenza, o persino fine, di certe attività agricole, pastorali, artigianali, con la relativa nomenclatura. È dunque un’opera di grande merito culturale, ma anche di dantesca “carità del natio loco”, conservare il patrimonio linguistico tradizionale, e consegnarlo, attraverso i giovanissimi di oggi, alle generazioni future.

 L’argomento dei dialetti era stato affrontato spesso dalla Radice, con taglio di filosofia del linguaggio, con il problema non facile di quale rapporto si debba individuare e mantenere tra il dialetto, parlata degli avi, e la lingua nazionale, la cui conoscenza è indispensabile, e il cui uso non deve essere inteso come quasi una lingua ufficiale, ma di normale conversazione. Eppure i dialetti riescono a sopravvivere in tutta Italia; e, insegna ancora Dante, i dialetti possono irrobustire e arricchire la stessa lingua. Ecco una tematica degna di una questione culturale, e in cui la Radice e la sua Raccolta entrano di pieno diritto.

 È un periodo d’oro, per la cultura di Badolato e le sue iniziative, et quorum pars [magna?] fui, sum et ero. Si nota vivacità di associazioni e attività, con la celebrazione della fondazione della Marina, il Presepe vivente, il titolo di Borgo più bello… e approfitto per mettervi tutti in preallarme per il 2 di aprile, Domenica delle Palme, la rappresentazione della Passione.

 Ad maiora.

Ulderico Nisticò