Le mummie calabre


Già la politica calabrese annaspa e sta in catalessi nei giorni lavorativi, figuratevi a Natale e S. Stefano seguiti da una domenica. Tutti muti come le mummie del Museo egizio di Torino, e le mummie in genere. Vero che, secondo un mito su cui ambiguamente gioca il Leopardi, ogni tot millenni esse potrebbero parlare per un quarto d’ora; ma i nostri politicanti sono mummie educate, e non approfittano nemmeno del matematico privilegio: zitti.

Il centrosinistra si è riunito, la settimana scorsa, con un elenco di sigle da far paura, se non sapessimo che sono tutti generali senza eser… ma no, senza manco un battaglione: A testa alta, Articolo 1, Centro democratico, Demos, Io resto in Calabria, Italia Viva, Movimento europeo Repubblicano, PD, Pentastellati, Sardine, Sinistra Italiana, Socialisti, Verdi… E senza un candidato.

Tansi, che oggi, S. Stefano, non si sa dove politicamente sia, e con lui Calabria Aperta, Calabria Civica, Tesoro Calabria (o così mi pare)… dice che vuole dialogare con la sinistra, poi non ci va; e vuole anche dialogare con la destra, però senza la Lega.

Se il problema di Tansi è fare a meno della Lega, è già risolto da Invernizzi e soci, che sono riusciti a portarla dal 22 a meno dell’8% secondo i sondaggi; e dalla quale Lega stanno uscendo al volo gli iscritti; e, se non iscritti, elettori.

Però Tansi ha l’appoggio ufficiale di due partitelli comunisti, il che gli garantisce di perdere le poche simpatie di cui potrebbe godere.

Fratelli d’Italia mostra di essere rimasto un partito finiano: ha imbarcato cani e porci come ai tempi non mai abbastanza deprecati di Alleanza Nazionale.
Forza Italia, non pervenuta.

E quanto sopra, è puramente nominale. I partiti e sigle non esistono in realtà, non hanno iscritti, non aprono sedi, non tengono riunioni, non emettono manco un comunicato stampa… Insomma, mummie imbalsamate.

Si legge che anche nel 2020 la Calabria è l’ultima? E non un gatto rognoso dei suddetti a commentare.
Si sa che nella sanità c’è un mangia mangia più inefficienza? Non un passero solitario che cinguetti mezza malinconica nota.

Dovremmo votare il 14 febbraio; secondo me, troveranno, con la scusa del covid, la soluzione del rinvio delle elezioni: tanto, per quello che serve la Regione Calabria dal 1970 a oggi, ne possiamo benissimo fare a meno. Troveranno, chi? Tutti, e tutti d’accordo, all’unanimità come quando devono spartirsi soldi.

Quanto all’opinione pubblica, ai dotti, ai professoroni d’università… beh, i pesci, le giraffe, le mummie, le ossa che in terra e mar semina morte, i dischi rotti e i sordomuti nati, al loro confronto sono dei chiacchieroni affetti da parrasia.

Parola di origine greca, che un tempo significava libertà di parola, in Calabria scilinguagnolo insensato. Chiamateli a tenere una relazione, e vi accorgerete come sproloquiano a ruota libera sul nulla, segue cena. Se però rivolgete loro una domanda precisa su un preciso problema della Calabria, sentite con le vostre orecchie quanto sono palloni gonfiati dal fatto di appartenere a qualche più o meno lecita società semisegreta, e palloni vuoti. Vuoti, ma lautamente remunerati in denaro o in natura.

Ulderico Nisticò