Lucano e il mondo


 La mossa di Lucano è astuta: invece di dimettersi di fronte al segretario comunale, cioè davvero, ricorre a un tumultuaria “provocatio ad populum”, che non mette a verbale, però lo subissa di applausi; sarebbe esattamente il contrario dell’art. 1 della vigente carta; sarebbe quello che, se lo facessi io, gli intellettuali pallidi e aggobbiti griderebbero al “populismo”.

 Applausi? Uh, avrà una claque… i suoi amici, gli “ospiti” stranieri mantenuti, e so per certo che arriveranno a battaglioni affiancati tutti i pochi ma chiassosi buonisti, terzomondisti, utopisti della Calabria. Opposizione di centro(destra), a Riace non ce n’è, figuratevi di destra; in provincia di Reggio, non ce n’è; in Calabria… pare brutto, il centro(destra) sta sederino e camicia con Oliverio e la sinistra in genere.

 Seconda furbata: Lucano parlerà di “fango mediatico”, cioè di una notizia diffusa da giornali su una sua sospetta conversazione telefonica. Tutto qui, dite? Eh no, i lettori di Soveratoweb sanno che io ho scritto subito: Lucano è stato oggetto di un’ispezione ministeriale, non di pettegolezzi; e a suo carico sono stati affacciati diversi rilievi circa la gestione dei “migranti” e relativi soldi. Certo, è innocente, innocentissimo fino a sentenza definitiva: ma sotto indagine.

 Le sentenze le fanno i giudici, non le riviste americane o chiunque altro. Lucano è stato assurdamente indicato da un foglio statunitense come “unico italiano potente e influente”; rivista che evidentemente ignora l’esistenza di Draghi, e dell’allora Renzi, eccetera; ignora non volutamente, ignora per ignoranza.

 Quale sarebbe la potenza di Lucano? Aver sistemato – l’inchiesta ci dirà come – qualche decina di forestieri in case disabitate. E allora, a Lampedusa? E allora a Rosarno? Decisamente, è una bufala, una bufala mediatica. Del resto, l’influenza di Lucano non arriva manco a Stignano e Placanica, dove non se lo fila nessuno!

 Lucano, a mio parere, è invece assai discutibile come sindaco. Riace, infatti, avrebbe delle notevoli potenzialità per farsi un nome serio e un’attività turistica e non ne fa uso, e sono:

– Una bella e ampia spiaggia, che attualmente è quasi inutilizzata a fini balneari;

– La tradizione secolare del pellegrinaggio ai Santi Medici, meta di devoti; non senza una cornice di curiosità etnografiche molto particolari, di cui un’altra volta, se mai. Il sacro percorso partiva da molto lontano: quelli del Golfo di Squillace avevano per tappa obbligata Monte Stella.

– Un patrimonio edilizio antico sia in centro sia nella zona costiera, come lo hanno tutti i nostri borghi storici, ma ce ne dimentichiamo;

– Il ritrovamento dei Bronzi, che è tutto da dimostrare siano “naufragati” per caso, come è stato affermato senza prove; e nessuno ha finora compiuto indagini archeologiche serie. Del resto, Riace è un toponimo greco, sia esso classico sia bizantino: ῥυάκιον (rhyakion), fiumicello.

 Se Lucano facesse il sindaco di Riace e non il salvatore dell’umanità intera, avrebbe parecchio da fare di buono e credibile a vantaggio del paese, per farlo vivere di onesto guadagno e non di contributi pro bono. E non costituirebbe, come costituisce, un pericolo d’immagine, facendo credere che la Calabria sia una specie di Eden senza serpenti; quando invece è l’ultima d’Europa, e non ha da vivere, altro che da offrire a stranieri. Non ha da vivere anche perché il calabrese medio, come Lucano, è bravo a coltivare utopie pseudofilosofiche e palingenetiche, ma incapace di agire nel presente e sotto i suoi occhi.

 Sto scrivendo quando ancora Lucano non ha tenuto la sua plebiscitaria assemblea di santi difensori del mondo: voglio vedere se c’indovino.

Ulderico Nisticò


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