Mentre tutti gli altri locali di Soverato lavorano, noi vi spieghiamo perchè il Mercato della Terra non ha più riaperto!


Facciamo un po’ di chiarezza su questa infinita e, per certi versi, oscura vicenda. Da oltre cinque anni, ormai, ci troviamo ancora costretti a subire ogni sorta di sopruso tale da impedirci ad ogni costo l’attività lavorativa. Per questa ragione, purtroppo, non abbiamo avuto altra strada che quella di abbandonarci allo strapotere politico e alla ostinazione dell’avversario, dichiarando irrimediabilmente la fine delle nostre ambizioni che, invece, fin da subito erano state riconosciute ed apprezzate dalla gente del luogo e dintorni.

La nostra “dannata” storia nasce nei primi mesi del 2016 quando, per l’opportunità concessa da un bando disciplinare di gara pubblicato dal Comune di Soverato, decidiamo di avviare la nostra attività imprenditoriale. Con enorme entusiasmo e ambizione diamo avvio a tutte le pratiche di costituzione della nostra Azienda agricola, lottando contro il tempo, pur di partecipare al bando in questione.

La voglia era tanta, così come anche la speranza di poter creare qualcosa di importante a beneficio di tutto il territorio soveratese. La nostra attività, infatti, si proponeva di commercializzare i prodotti della nostra terra a km zero.

Dopo innumerevoli difficoltà, riusciamo a partecipare e ad aggiudicarci la gara, a seguito di cui ci viene assegnato in locazione un immobile di proprietà dell’ente, appositamente destinato. Ciò, nel rispetto della finalità dell’Intervento 4.2.2 di cui al P.S.L. (Programma di Sviluppo Locale) della Regione Calabria, avente ad oggetto la promozione, la conoscenza e il consumo delle produzioni agricole e artigianali locali.

Finalità che lo stesso Comune di Soverato si era proposto di attuare con la convenzione stipulata in data 06/11/2014 con il G.A.L. Serre Calabresi – Alta Locride, giunta a seguito della presentazione della proposta progettuale, in cui veniva disciplinata la realizzazione dell’intervento del progetto e della relativa spesa del contributo ottenuto da ripartire per opere strutturali, murarie, impiantistica ed adeguamento locali, oltre che per acquisto di arredi, software, attrezzature informatiche e telematiche.

Nel rispetto della proposta progettuale, richiesta dal bando e tempestivamente prodotta ai fini della valutazione per l’aggiudicazione della gara, ci affrettiamo a riqualificare l’area comunale investendo ingenti somme di nostri fondi pur di avviare il prima possibile l’attività. Contemporaneamente ci impegniamo, sempre a nostre spese, a far eseguire il frazionamento e l’accatastamento dell’area interessata.

Ebbene, dopo appena qualche mese dall’apertura della nostra attività, dopo aver faticato enormemente per entrare nel mondo del commercio ed essere riusciti a fidelizzare la clientela facendola innamorare dei nostri prodotti, abbiamo iniziato a subire restrizioni da parte del Comune di Soverato che hanno condotto, illegittimamente, fino alla chiusura del locale.

Da qui ha avuto inizio il nostro calvario che ci ha portato fino all’attuale ed inevitabile tracollo aziendale. In maniera illegittima, infatti, ad inizio febbraio 2017 il Comune di Soverato ci ha ordinato la chiusura dell’attività, “revocando” il contratto di locazione. Fin da subito abbiamo tentato ogni tipo di dialogo con l’Amministrazione, con l’intento di risolvere il problema.

Questo con la speranza di poter gestire al meglio la vicenda in tempi brevi evitando, quindi, inutili e dispendiosi giudizi, oltre che l’ingiusta chiusura del locale. Innumerevoli sono stati gli incontri, sempre da noi voluti e cercati, ma tutti risultati vani. Altrettante numerose sono state le nostre comunicazioni formali con cui abbiamo invitato l’Ufficio tecnico del Comune di Soverato ad una maggiore cautela, doverosa in casi del genere.

Purtroppo, però, l’intransigenza dell’Ente ha da subito impedito ogni possibilità di colloquio finalizzato ad una risoluzione bonaria della questione, costringendoci a far valere le nostre ragioni innanzi l’Autorità giudiziaria. In quella sede, infatti, siamo riusciti ad ottenere la conferma dell’illegittima condotta del Comune di Soverato che ha determinato la chiusura del nostro locale, prima innanzi al TAR Calabria, Sezione di Catanzaro, e successivamente anche innanzi al Consiglio di Stato.

Ma neanche questo è bastato a far ravvedere l’Ente comunale sulla propria condotta prepotente, pur dichiarata illegittima. E’ di Dicembre 2020 la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha definitivamente posto chiarezza in merito al diritto della nostra Azienda Agricola di proseguire, sostanzialmente, la nostra attività. Ma questo, fino ad oggi, non ci è stato più concesso.

Infatti, nonostante i due gradi di giudizio, conclusi ormai con sentenze definitive, il Comune di Soverato ha sempre impedito ed ostruito la ripresa della nostra attività. Sin da subito abbiamo chiesto la restituzione dell’immobile locato, purtroppo senza mai ottenerlo. Diverse sono state le richieste, come altrettanti sono stati i sopralluoghi congiunti effettuati sul posto per valutare le opere da eseguirsi necessariamente prima della consegna in nostro favore dell’immobile in precedenza locato.

Accertamenti preliminari assolutamente indispensabili, tenuto conto dei numerosi ed evidenti danni e deterioramenti che il locale in questione aveva subito durante tutto il periodo in cui è stato affidato in custodia all’Ente. A nulla sono servite le richieste e le sollecitazioni.

Alcun intervento di ripristino è stato mai eseguito da parte del Comune di Soverato che, invece, ha solo adottato un’immutata intransigenza tale da evitare, di fatto e di diritto, la consegna del bene. La ragione è ignota, come quella che ha determinato il medesimo Ente a chiudere prepotentemente un’attività che a fatica era riuscita a ritagliarsi il proprio spazio in ambito commerciale.

Il perdurante e illogico rifiuto con cui l’Amministrazione di Soverato ha sostanzialmente impedito la consegna dell’immobile, e con essa la ripresa dell’attività, ha definitivamente costretto la nostra Azienda agricola a desistere, risolvendo il contratto in precedenza sottoscritto per grave inadempimento dell’Ente, formalizzata a distanza di un anno dall’ultimo sopralluogo congiunto e quasi due anni dalla sentenza del Consiglio di Stato.

Ovviamente, non intendiamo arrenderci! Come può notarsi, ancora una volta l’Amministrazione di Soverato ci costringe ad affrontare giudizi pur di non far valere spontaneamente le nostre legittime ragioni.

Perché tutta questa intransigenza?
Perché questo accanimento nei confronti di un’impresa locale che affannosamente cerca di ritagliarsi una degna posizione nel settore commerciale della propria Città?
E’ questa, ci chiediamo, la volontà di far emergere nuove aziende sul territorio?
Perché questo immotivato rifiuto a riconsegnare l’immobile in locazione, impedendoci di lavorare?

Tutti interrogativi a cui cercheremo di ottenere risposte nelle opportune sedi giudiziarie, come ci è stato suggerito direttamente dagli stessi amministratori. Così come cercheremo di ottenere riscontri anche in merito all’enorme difficoltà che stiamo subendo nell’ottenimento della documentazione amministrativa che ci riguarda, ripetutamente e legittimamente richiesta all’Ente che ad oggi non è stata ancora consegnata.

Numerosissime, infatti, sono le nostre richieste di accesso agli atti amministrativi finalizzate ad ottenere la documentazione necessaria, anche per mettere in evidenza nelle opportune sedi le condotte assunte dal Comune di Soverato nell’intera vicenda.
Altrettanti sono i silenzi (o per meglio dire, i rifiuti) con cui l’Ente si è determinato nell’evitare la consegna della suddetta documentazione. Perché, perché e, ancora, perché?

Di sicuro, il rispetto per noi stessi, personale prima ancora che imprenditoriale, ci impone di non arrenderci, obbligandoci a percorrere ogni strada che possa ritenersi utile al fine di far cessare questa inspiegabile ed illegittima imposizione.
Il male e le conseguenze che siamo stati costretti a sopportare ci suggeriscono di non mollare, per questo da oggi si apriranno nuovi capitoli nella vicenda denominata il Mercato della Terra.

Azienda Agricola Loprieno Antonio