“Seppur in ritardo, conoscendo la critica situazione dei cani randagi del comune di Montepaone, mi ritrovo nuovamente ad obiettare sulla gestione del triste fenomeno dell’abbandono e del maltrattamento contestando quanto appreso, ripeto, solo qualche ora fa: l’abbellimento della statua dedicata al povero cane Angelo, da qualche giorno arricchita con piantine ornamentali. Spiego punto per punto ciò che mi lascia perplessa: fiori piantumati sotto il sole cocente o le intemperie, credo siano già appassiti!
Quindi altre piantine, altro sperpero di danaro (chi scrive, sta arricchendo il proprio Rifugio anche con piante, dalla lavanda al glicine, ma la priorità è per animali in difficoltà con quello che ne consegue: cure, antiparassitari, buon cibo, cucce e ripari degni di un re). La statua di Angelo: bel gesto, ma lo sfortunato cane è stato ucciso in altro paese, Sangineto. Angelo è il simbolo della barbaria umana? E perché, solo perché è balzato agli onori di cronaca? Quanti ‘Angelo’ ci sono stati, piuttosto, a Montepaone?
Mi ha spezzato il cuore quella storia, ma ritengo inutile ripetere un rituale ormai saturato che rischia di cadere nello strumentalismo. Non solo: invece di fare raccolte fondi e feste con sarabande, non sarebbe stato il caso di trovare e attrezzare un fazzoletto di terra per evitare gli ultimi accalappiamenti, povere anime finite peraltro in struttura commissariata perché, pare, sospetta di infiltrazione mafiosa? Già, c’è stato un Convegno! Avremo quindi delle soluzioni definitive al fenomeno randagismo o, intanto, faremo la pensilina per proteggere statua e fiori? Ai posteri l’ardua sentenza!”.
Lorella Commodaro – Giornalista e presidente Associazione animalista Su la zampa