No, Muccino no!


 Abbiamo speso, no, gettato via dalla finestra un milione e rotti (meno del previsto, se non altro) per un prodotto pubblicitario, il quale:

  1. commissionato verso febbraio 2020, arrivò tardissimo per fare propaganda;
  2. non è piaciuto a nessuno, e dico nessuno;
  3. a giugno 2021, andava completamente dimenticato, come un errore: tutti possiamo sbagliare, ma se insistiamo…

 Perché non è piaciuto a nessuno? Perché della Calabria faceva vedere solo file di agrumi che manco siamo certi non fossero di repertorio; e un mare che potrebbe essere un mare qualsiasi.

 Perché Muccino, come quasi tutti, calabresi inclusi, ignora tutto della Calabria; ed è gravemente colpevole di non aver letto uno straccio di libro, o chiesto a un cane qualsiasi, o fatto un giro alla ricerca di agrumeti che non esistono, imbattendosi, per sbaglio, in chiese conventi città aree archeologiche montagne pianure borghi mare… L’ignoranza non è una colpa; non correggersi sì, soprattutto se si è lautamente pagati.

 Più grave, da un punto di vista letterario, è l’assenza assoluta di ogni dialogo, in un filmatino in cui le parole sono sostituite con sorrisetti già patetici se i due piccioncini avessero avuto lei 14 e lui 16 anni; e figuratevi in età matura!

 Gravissimo e imperdonabile, che manchi quello che, da che mondo è mondo, è l’essenza… stavo per dire il noumeno, ma poi dovevo perdermi in spiegazioni forse da cadere nel vuoto… il cuore di ogni narrazione, dall’Iliade alle favolette per i bimbi: il conflitto. Immaginate i Promessi Sposi senza don Rodrigo; o, appunto, l’Iliade se Elena fosse stata una brava donna di casa…

 E tanto più se si vuole narrare una terra, la Calabria, che è di per sé contrasti geografici, climatici… e non vi dico storici e antropologici. Non ve li dico; leggete la mia “Controstoria delle Calabrie”, II ed., Rubbettino, 2020. Con un milione e rotti, qualcuno può spendere 14 euro.

 Ora, che vorrebbe fare Muccino, o chi per lui? Infilare nel noiosissimo prodotto un’immagine di Gerace e una di Casignana e una di Mammola. Sorvolo sulla scelta, perché ce ne sarebbero molte altre. Tento di indovinare: i due muti, stanchi di mangiare mandarini tisici, diventano improvvisamente tanto esperti di storia romana e latino da saper distinguere un nome prediale singolare come, per esempio, Settingiano (praedium Septiminianum), da un plurale Casignana (“praedia Casiniana”); e non vi dico di Gerace… Insomma, dalla dieta vegetariana, il grande salto di qualità verso una botta di cultura. Insomma, come se quidam de populo vincesse un miliardo con una schedina da un euro.

 Lancio un appello a chi di competenza: il corto, anzi cortissimo di Muccino va solo rottamato. E come facciamo a pubblicizzare la Calabria? Ebbene:

  1. ormai parrebbe tardi, mentre tv e radio sono già zeppe di Sicilia, Umbria, Veneto, Liguria eccetera;
  2. e invece si potrebbe fare qualcosa, e anche di molto valido…

 Cosa? Beh, mandatemi una bella letterina in carta intestata e protocollo. Cum parole, non si mantengono li stati; e nemmeno si mandano idee.

Ulderico Nisticò