Un turista annoiato e la destagionalizzazione


hdr_1474616194784Soverato è decisamente affetta da una gravissima malattia, che è l’ottimismo. Va tutto bene, l’Amministrazione (così c’informa un giornale locale) era addirittura presente alla Festa: minibus date lilia plenis, addirittura; al Quarzo, 18.000 persone, 300 pro die; sul Lungomare, turisti a milioni… Va bene tutto, e in seguito tutto andrà molto meglio. Siccome queste cosette fanno malissimo alla psicologia, non guasta una bella doccia fredda e di senso del reale. Eccola.

 Vi assicuro che quanto sto qui scrivendo è verità purissima fino all’ultima virgola. Stavo registrando, il 22 settembre alle ore 10,30, il mio programma tv settimanale, ed ero sul Lungomare, gazebo nord. Mentre condannavo a sangue il fatto di Calabria Verde e chi ha nominato i presunti ladri, e perciò affermavo che c’è “culpa in eligendo et in vigilando”, passa un distinto signore di mezza età, che resta colpito dal sentire del latino, e si ferma. Io ero passato a far rilevare che la destagionalizzazione non esiste manco nel 2016; e il passante m’interrompe, e dice di essere di origine calabrese ma da decenni al Nord, e che sarebbe partito subito perché si sta annoiando. Segue spiegazione.

 E come può non annoiarsi, un poveraccio? Ammesso vada al mare la mattina, ammesso ci torni anche pomeriggio, e sarebbe già un’esagerazione; ammesso resti sulla spiaggia fino a tramonto inoltrato… poi va a cena… e poi? E poi gli tocca quella tragedia esistenziale che è la televisione, e basta!

 Non credo che quel signore cerchi la discoteca; non ne ha l’età e lo stile. Ma se la cercasse, non ce n’è. Tutto strachiuso, perché da noi il turismo, o sedicente tale, è come Cenerentola, che perde la scarpina a mezzanotte del 31 agosto: anzi diversi giorni prima.

 Al cinema, il signore non ci può andare per noti motivi.

 Il teatro comunale sta aspettando da un anno gli immani finanziamenti regionali promessi da una persona e annunziati sulla stampa dal Comune: conservo il ritaglio. Attesa, finora, rivelatasi vana. Eppure se c’è cosa di cui Soverato non manca sono autori e registi e attori di teatro; e orchestre e gruppi musicali; e musicisti e cantanti classici… Ma dobbiamo avere pazienza, prima o poi arriveranno i milioni della Regione, e giù compagnie costosissime di livello mondiale. Sempre se prima non arrestano l’intera Regione per Calabria Verde e vari altri reati. Per il momento, il distinto signore non può andare a teatro.

 E che fa dunque per ammazzare il tempo? Niente.

 Via, anche noi indigeni, tutti i Calabresi in genere, ci annoiamo, sono quattromila anni che ci annoiamo con decoro e mezzo sorriso, e siamo antropologicamente seriosi e pesanti (esclusi i presenti); però, almeno per noi è gratis, abitiamo già qui. Se uno per annoiarsi deve anche pagare, mi pare un affare pessimo; e se va in Romagna, dove si divertono e fanno divertire con un offerta poliedrica per tutte le esigenze.

 Morale, se vogliamo destagionalizzare sul serio e non riempirci la bocca e basta, bisogna ripensare radicalmente l’offerta nelle stagioni intermedie, che per sua natura è del tutto diversa da quella di agosto. Il forestiero d’autunno o di primavera è tutt’altro che un ragazzo; e cerca il “soggiorno”, come si diceva una volta, con quiete, buon clima, riposo, cibo sano e di gusto locale, e attività culturali e artistiche confacenti all’età e alla condizione sociale. Cerca chi lo porti a vedere la Pietà o Roccelletta o la Certosa senza raccontare bufale, che tanto se ne accorge subito; cerca di trascorrere qualche ora in maniera umana.

 Perché non c’è niente di tutto questo? Perché questa non è roba per gli avventurieri della pizza, o da appartamenti in nero, o grammofono ad altissimo volume spacciato per discoteca; bensì occorre la professionalità. Che, con poche eccezioni, è proprio quello che ci manca, in Calabria, e lo stesso a Soverato.

 Ma a Soverato va tutto bene, e a rendere la città ancora più bella, ci pensa qualche compiacente quotidiano locale.

Ulderico Nisticò


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