Una pessima serata a Soverato


 Ragazzi, io non vengo dall’Emilio di Rousseau, e più di una volta, ai miei verd’anni sessantottini e post, mi sono trovato, per ragioni politiche, in situazioni burrascose; quindi ho un po’ di pratica, e quel che sto per scrivere non l’ho letto sul Manuale delle giovani marmotte. Non ho mai visto che dei contestatori siano lasciati avvicinarsi a contatto fisico con i contestati; ed è quello che è successo, e solo dopo è arrivata una fila non numerosissima di agenti ad effettuare una separazione.

 Si narra che un mascalzone sia riuscito a sabotare il microfono di Salvini, quindi si era avvicinato al palco; e se avesse avuto altre intenzioni?

 Del resto, che si organizzassero per contestare, lo si leggeva sui social, e abbastanza chiaramente; e con espressioni non sempre inoffensive. Prevenzione? Boh!

 E il lungo ritardo di Salvini (da Isola a Soverato, sono 50 minuti!!!) ha consentito agli oppositori di aumentare di numero e animosità.

 La contestazione è stata robusta, anche se del tutto vuota di argomenti se non improperi, parolacce e urla; tuttavia sufficiente a ottenere due scopi:

  • nella memoria della gente, resterà solo il chiasso;
  • Salvini non ha quasi potuto parlare.

 D’altro canto, non ne aveva intenzione. Ha ripetuto, meccanicamente, i suoi temi; quasi non ha accennato a quello che più interessava a tutti, la crisi di governo da lui stesso voluta. I sostenitori stessi erano abbastanza freddini. Selfie a parte.

 Riassunto. Se Salvini pensa di sbancare qualora si votasse stasera, ha senza dubbio ragione, e il 40% non glielo leva nessuno. L’errore è che non aver pensato che ci pensano anche gli altri, e faranno di tutto per impedire il voto almeno uno o due anni.

 Intanto, un governicchio balneare e delle castagne, con qualche numero in parlamento. Del resto, nessuno dei nuovi deputati e senatori assomma i due anni e mezzo fatali, e, per non sciogliersi, faranno di tutto.

 Un governicchio di quasi tutti, inclusi Carola e Gere e Greta e Saviano, e gli intellettuali decrepiti di Repubblica. E giù immigrati a valanghe, e tasse a manetta: lo vuole l’Europa, come ai tempi di Monti e roba del genere.

 Altro che selfie! Io, amici lettori, sono di umore nerissimo.

Ulderico Nisticò