26 gennaio per caso


Ecco alcuni nomi che girano: Abramo, Aiello, Callipo, Ferro, Jasmine, Occhiuto Mario, Occhiuto Roberto, Oliverio, Viscomi, X, Y, Z… E fino all’ultimo momento utile, dopo Natale, spunteranno Giufà, Gargiungolo, Osso, Mastrosso, Carcognosso, la Sibilla di Polsi, Sarancune, Santa Najjara… Tranquilli, non resteremo senza candidati di sinistra, centrosinistra e centro(destra) eccetera.

E non mi preoccupa se ci saranno candidati, mi terrorizza il contrario: che uno dei candidati sarà presidente. Per forza, è un meccanismo: il 26 gennaio la Calabria deve avere un presidente e dei consiglieri, qualunque cosa accada. È così che, dal 1970, abbiamo avuto questi geni della politica: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra), uno peggio dell’altro e l’altro peggio dell’uno. Politicamente parlando, s’intende.

Fu così che la Calabria si ritrovò la terzultima d’Europa! E gareggia seriamente per il posto di ultima.

A parte quelli che non arriveranno all’8%, i candidati saranno eletti uno presidente e parecchi altri consiglieri.

Il tutto, per caso, e liste che si formeranno con il ben noto criterio “voi u ti candidi cu’ mia?”; donde l’acclarata pessima qualità della classe politica calabrese.
Del resto, da dove dovrebbero spuntare, dei buoni politici? Da quali elaborazioni concettuali? E dove?

– I partiti? PD e Lega sono commissariati; i 5 stelle hanno preso un mare di voti nel 2018, e nel 2020 rischiano di non arrivare manco all’8 minimo necessario; e sono stati finora muti come tombe di notte. Gli altri, NN.
– Le associazioni? Ma sono pretesti per le cene; e anche quelle segrete, che pure sono tantissime e ben ramificate, il massimo che fanno è raccomandare qualcuno.
– Le università? Mai che esprimano un parere qualsiasi, non pretendo di politica, ma nemmeno di tecnica e professionalità. Ogni tanto spunta un professorone da mettere in bella vista, e che si rivela un pulcino bagnato. Quanto è calabrese il “bravo grecista, lo facciamo centromediano di spinta”; peggio, “è preparato”: ma preparato è participio passato passivo, molto passivo!
– I giornali? Sempre politicamente corretti, quindi inutili.
– Gli intellettuali? Ma sono maestri della nobile arte che a Soverato si chiama “pijji pisci e jestimi”, e a Napoli, più spicci, “chiagn’e fotte”. Raccattatori di premi estivi, bravissimi a singhiozzare sugli emigranti di mezzo secolo fa, registi di film di straccioni con maestra del Nord, eroici nell’attaccare la mafia in genere (mai fare nomi, però: non è educato!), ignorano la politica; e figuratevi se criticano o propongono. Hanno sì una soluzione per i mali della Calabria, ma da realizzare da qui a un millennio, attraverso… ma sì che l’avete capito, “una presa di coscienza”. Ahahahahahahah! Scusate, dimenticavo lo sbarco di Ulisse.

In questa desolazione, in questo deserto mentale volete che spuntino rose? Manco gli sterpi, ovvero “scini”, dal greco σχοῖνος. Siamo o non siamo nella Magna Grecia? Uh!

Il 26 gennaio avremo un presidente e dei consiglieri: a caso. Perché non facciamo a sorteggio? Magari saremo, una volta tanto, più fortunati che con A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra), uno peggio dell’altro e l’altro peggio dell’uno. Politicamente parlando, s’intende.
Ulderico Nisticò