Candidati, a che?


Pare che si voti, tra sette mesi, covid permettendo. Se le elezioni si fossero tenute il 14 febbraio, o l’11 aprile, il mondo avrebbe assistito a Oggi le comiche, giacché non era pronto un bel nulla, a parte roboanti proclamazioni di Tansi e fugaci visite di De Magistris, generali senza eserciti; i 5 stelle, con un mare di deputati e senatori, sapevano e sanno bene di essere in cad… no, crollo libero; il PD, o quel che ne rimane, è occupato in faid… beh, faiducce interne. Il centrodestra, che a oggi 22 aprile è vincente, scricchiola tra FI e Lega; e, secondo me, e, per citare quel Dante così ignoto alla Calabria (Spirlì in testa, seguito dall’UNICAL), c’è chi “testè piaggia”, Inf. VI, cioè sta in agguato.

Ciò scrivo, perché il nome del prossimo presidente è per me l’ultimissimo dei pensieri; idem per i consiglieri. Cosa volete che cambi, e se è Pinco o Palla? La Calabria ha già visto A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra); la Santelli, per otto mesi che non sono manco pochissimi.

Io mi chiedo, se mai, non chi è candidato, ma chi è candidato a che, per fare che. Dico sul serio, non “programmi”: se mi pagano, in mezza giornata ve li scrivo io i programmoni, per FI, Fratelli, Lega, PD, Stelle, Tesori…

Lo stesso per la lotta alla mafia, un settore attualmente molto intasato, e che non ha bisogno di altri partecipanti.

Io vorrei sapere cosa vogliono fare, i candidati, per:
– Far funzionare l’apparato scassatissimo della burocrazia regionale;
– Sistemare il Circo Barnum della calabra sanità;
– Ridurre al minimo indispensabile i carrozzoni di ogni sorta;
– Spendere fino all’ultimissimo centesimo i fondi europei e statali: meglio sperperarli in coriandoli calabresi che rimandarli a Bruxelles e a Roma;
– Sviluppare attività produttive nel senso più ovvio: agricoltura, artigianato, industrie vere… vere, non i soliti capannoni vuoti;
– Riconsiderare radicalmente quel caos che è il cosiddetto turismo, in realtà fugace balneazione;
– Organizzare la cultura, con rigorosa esclusione di retribuiti piagnistei… la cultura nel senso normale del termine: vedi ignoranza del suddetto Dante…

Ecco, se qualcuno si candida con queste intenzioni, me lo faccia sapere. Se no, quel giorno (quale?) posso sempre passarlo in campagna.

Non succede niente, lo so: com’è il sistema, se va a votare solo il 10% dei Calabresi, saranno eletti lo stesso in 30. E i nostri corregionali vanno, vanno a votare: un cugino ce l’hanno tutti cui poi chiedere un favore.

A proposito: da qui ad ottobre si farebbe in tempo a modificare il sistema elettorale calabro: 19 consiglieri, quanti i parlamentari; raccolta firme per tutti, partiti inclusi, non solo per liste ma anche per persona… Secondo voi, succede? Ahahahahahahahahahahahahahahahah!

Ulderico Nisticò