Due referendum abortiti


referendum Il principio del can che abbaia non morde trova ampie applicazioni anche in politica. Cosa c’è di più agitato dei sostenitori del “no” alla riforma costituzionale di Renzi? Nessuno: urlano, sbraitano, offendono, sono pronti a combattere con le armi e a morire per difendere la carta del 1948… poi si scopre che dovevano solo firmare al comune per un referendum abrogativo, e, molto lontani dalle 500.000 firme, sono arrivati a stento a 380.000. Addio referendum.

 Non meno esagitati, alcuni professori i quali, con atteggiamenti non proprio consoni, anzi con vestiti da giullare e fischietti, e in qualche occasione ai limiti della violenza fisica, lamentavano la “deportazione” al Nord; ignobile offesa ai deportati autentici di ogni tempo e luogo. I lettori ricorderanno che su questa pagina apparve un articolo piangente di tale Franco Corbelli, cui io risposi che ignora le normative non di Renzi, ma del più antico e comune diritto civile. Nec novi civilia iura…  Nessuno può essere assunto se non su un posto vacante; e se il posto è vacante a Sondrio invece che a Soverato, uno deve andare a Sondrio. Poi fa domanda di assegnazione, e tantissimi l’hanno ottenuta; ma resta titolare a Sondrio fino a trasferimento eventuale.

 Corbelli e i fischiettanti hanno chiamato ciò “deportazione”; e hanno indetto un referendum abrogativo della legge 107, ovvero “buona scuola”. Com’è finita la raccolta di firme? Poco meno peggio del no, comunque meno delle 500.000 previste dalla legge. E tanti saluti. Ovvero, i travestiti da pagliacci non si sono nemmeno dati da fare per chiedere una firma a mamma, zia, nonna, druda, amici e vicini di casa; nemmeno per favore.

 Anche i sostenitori della Clinton hanno, per una fugace settimana, gridato e bruciato, e uno ha sparato pure. Prima stavano mici mici perché credevano alle bufale dei sondaggi. Se avessero messo a favore della loro amica metà della furia che hanno messo troppo tardi a piangere dopo…

 Si conferma che il cane più abbaia e meno morde; ovvero, le minoranze chiassose e inutili.

 Mi faccio un’obiezione da solo: ma non erano minoranze, gli interventisti del 1914-5? Sì, minoranze contro maggioranze neutraliste; eppure prevalsero. Vero, verissimo: ma erano Mussolini, d’Annunzio, Boccioni, Ungaretti, Marinetti… mica Franco Corbelli e la Camusso!

Ulderico Nisticò


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