Esclusione tavolo di coordinamento e proposte per la riapertura delle scuole il 7 gennaio 2021


L’ANP (Associazione Nazionale Presidi e Alte Professionalità) Struttura di Catanzaro ritiene inaccettabile l’esclusione dei dirigenti scolastici dal tavolo di coordinamento prefettizio della provincia di Catanzaro, istituito ai sensi dell’art. 1, comma 9, lett. s) del DPCM 3 dicembre 2020 per valutare le soluzioni percorribili in vista del rientro del 7 gennaio 2021, i quali normativamente hanno il mandato di gestire dette scuole e ne conoscono a fondo le problematicità avendo piena contezza delle necessità di spostamento di studenti e docenti e, quindi, in grado di proporre soluzioni ragionevoli e basate sui dati di realtà;

Tuttavia, tale immotivata esclusione dal tavolo di coordinamento, che rischia di rendere vano il lavoro compiuto finora e di allontanare l’adozione di soluzioni atte a rendere possibile e soprattutto duraturo il rientro in classe degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado,  non deve, in ogni caso, precludere la leale collaborazione tra istituzioni e la massima disponibilità a fornire il competente e tecnico parere dei Dirigenti scolastici che, di fatto, sono il terminale ultimo delle istanze di studenti, famiglie e territorio per apportare così un contributo determinante, pur ribadendo che gli stessi dirigenti scolastici, non sono disponibili ad accettare supinamente soluzioni “calate dall’alto” che spesso si scontrano con la realtà non producendo gli effetti sperati, soprattutto in situazioni emergenziali in cui non c’è tempo da perdere né sono propensi ad assumersi compiti e responsabilità che la normativa vigente assegna ad altri.

L’ANP di Catanzaro intende, nello spirito di collaborazione che ha sempre distinto l’organizzazione sindacale, comunque, portare il proprio contributo al dibattito in corso ed al tavolo di coordinamento, illustrando le criticità connesse alla ventilata ipotesi di riapertura a gennaio e alla flessibilità oraria di due ore in ingresso e in uscita.

Nel superiore interesse degli studenti, già ampiamente danneggiati dalla situazione contingente del presente anno scolastico 2020/2021, nonché dalla pregressa stasi delle attività didattiche in presenza avutasi per la gran parte dell’anno scolastico scorso, ritiene, tuttavia,  decisamente non applicabile la ventilata flessibilità oraria che prevede due ore di distanza tra il primo e il secondo ingresso di studenti a scuola in quanto si possono facilmente prevedere una serie di criticità difficilmente affrontabili:

1. Orario giornaliero di lezione di 6 ore: gli studenti del secondo turno entrando a scuola alle 10 dovrebbero inevitabilmente uscire alle 16.00;
2. Non è previsto, per le scuole in oggetto, un tempo mensa e il consumo di pasti, anche frugali  (panino), nelle ore di lezione sottrarrebbe ulteriormente tempi alla didattica;
3. Molti docenti prestano servizio su più scuole. La proposta di un ingresso diversificato in due turni comporta anche la rivisitazione dell’orario dei docenti – opera estremamente complessa e pressoché impossibile in molti casi – dato il gran numero di esigenze e di vincoli da rispettare. Nella maggior parte degli Istituti, sono presenti docenti che, nella migliore delle ipotesi operano su più plessi e, nella peggiore, su più istituti, talora dislocati su territori comunali differenti.
4. Gli Istituti tecnici e professionali hanno sezioni serali per i lavoratori, che inizierebbero le lezioni in concomitanza con l’uscita del secondo turno degli studenti del diurno;
5. Il personale ATA sarebbe insufficiente per la gestione di orario così dilatato, sia per quanto riguarda gli assistenti tecnici (indispensabili al funzionamento dei laboratori), sia per quanto riguarda i collaboratori scolastici che devono garantire la pulizia e la sanificazione delle aule, dei bagni e delle aree comuni.
6. Tutte le attività di recupero e potenziamento previste nel pomeriggio verrebbero conseguentemente ridotte, o peggio annullate, con grave danno per gli allievi ed un complessivo impoverimento dell’offerta formativa.
7. Questa struttura provinciale ritiene non accettabile riversare sulle scuole responsabilità e compiti che non sono proprie, e che, ovviamente, competono ad altri (es.: monitoraggio e piano trasporti all’Assessorato Regione Calabria), mentre, d’altro canto, si assiste ad un tentativo di limitare l’autonomia delle Istituzioni scolastiche, nello specifico “l’autonomia organizzativa” sancita dal D.P.R. 275/99.

Le proposte sopra esposte, scaturite dall’esperienza maturata sul campo “scolastico”, vengono sottoposte all’attenzione degli “attori principali“ del tavolo di coordinamento prefettizio di Catanzaro, anche alla luce di un’analisi congiunta del DPCM 3 dicembre 2020 e della conseguente nota diramata a tutte le scuole dal Ministero dell’Istruzione.

Proprio con riferimento a tale ultima considerazione sulla sicurezza, riteniamo che una soluzione alternativa potrebbe consistere nel prevedere la presenza a scuola del 50% delle classi con un unico turno di entrata od, al massimo, con due turni intervallati da 10/15 minuti.

Questa ipotesi, considerato che la capienza delle aule non consente nella maggioranza dei casi la presenza contemporanea di tutti gli studenti, permetterebbe, da un lato, di limitare l’affollamento dei mezzi pubblici, dall’altro, si eviterebbero tutte le criticità evidenziate nei precedenti punti, si conserverebbe l’attuale orario delle lezioni e limiterebbe le variazioni ad una molto più semplice turnazione delle classi fra presenza e distanza, determinabile in autonomia dalle scuole, come vuole la normativa che le riguarda (autonomia organizzativa prevista dal DPR n. 275/1999).