Il Meridione che fa? E il ponte.


 Un ridicolo manifesto con ridicole richieste del 70% dei soldi, magari da distribuire a pioggia tra sindaci di 300 anime e per le sagre estive, è la prova che certi meridionali, troppi meridionali sono come dicevano nell’Ottocento i Francesi dei popoli africani: “Des grands bebès”, bambinoni da trattare a giocattolini e pappe, ma senza alcuna maturità e serietà. Sugli Africani, si sbagliavano, come dimostrò l’etnologia vera; su chi ha scritto quel manifesto demenziale, non mi sbaglio, io. I bambinoni vorrebbero soldi, tanti soldi, ma senza la benché minima idea di cosa farne, senza il benché minimo progetto.

 Il Sud che propone? Niente, assolutamente niente. Non un meridionale (eccetto chi scrive) ha parlato di agricoltura, industria, turismo in molte forme… e, per farla breve, di quella cosa che a Sud del tutto è carente: la produzione.

 Che cosa produce, il Sud? Secondo Muccino, arance tisiche e piccolissimi limoni; secondo me, niente che sia all’altezza del 2021, né in beni tangibili né in servizi.  

 Quindi ci servono idee. Attenzione, idee, non quelle che il mio eccelso don Leo chiamava “elucubrazioni metafisiche che rasentano la follia”, cioè i soliti blateramenti pseudofilosofici e pseudoideologici con realizzazione tra qualche secolo, anzi più tardi è meglio è, e intanto lasciamo le cose come sono. Dico idee nel senso di cose possibili e visibili, e subito.

 E invece il Meridione, e la Calabria peggio, affrontano la stagione turistica 2021 come hanno affrontato quella del 2020… del 2000, e di tutti gli anni precedenti: con anarchia e senza alcuna programmazione. Verranno, probabilmente, dei forestieri; staranno un 8/10 gg se tutto va bene; torneranno a Milano portando notizie di arrangiata disorganizzazione. Tutto il resto del turismo, a cominciare da quello culturale, assente.

 Ah, moltissimi forestieri continueranno a dormire in nero, in barba a controlli di ordine pubblico, e se la gentile famigliola, in difetto di documenti esibiti a qualcuno, non siano terroristi palestinesi o agenti israeliani, entrambi attrezzati alla bisogna con armi ed esplosivi. Qualcuno si è mai soffermato a calcolare quanti, a Soverato, dormono in albergo e quanti in nero? Ahahahaah! Le tasse, queste sconosciute… Ed è stata, a Soverato, la causa del degrado di un turismo che, fino agli anni 1970-80, e secondo i criteri di quei tempi, era affermato a livello nazionale.

 Degrado, tranne che il turismo non lo misuriate a “c’è gente sul Lungomare”, che è il contrario del turismo inteso come attività economica e lavorativa.

 Diciamo qualcosa sul ponte. Io, da modernista reazionario, sono favorevole a qualsiasi grande opera pubblica, sia perché utile, sia perché essa genera indotto, quindi altra economia. Quando vedo gente sudare sotto il sole, mi si rallegra l’anima anche dal punto di vista politico e morale.

 Lasciate a casa i soliti trucchi mentali del rinvio, tipo “Prima bisogna…” Il ponte sullo Stretto, intanto, inizia a Vibo e finisce a Catania. Facciamo il ponte, e vedrete che saremo costretti a fare anche le strade, persino la Ionica, che, con qualche rattoppo discutibile, è sempre quella che arrivò a Soverato nel 1935, e lo ricorda un’iscrizione misteriosamente sfuggita agli iconoclasti fanatici. Scrivetemi in privato, e vi mando la foto.

 Riassunto: serve economia reale. Come si fa l’economia reale? Ve lo spiego subito: se il solito furbone inaugura, in mezzo a compiacenti autorità, il solito capannone chiuso e vuoto e “i macchinari arriveranno il prossimo mese”, frustarlo nel corso della medesima solenne cerimonia, e tanto peperoncino sopra. Vedrete che passa il vizio a tutti.

 Altro che 70% per le sagre estive!

Ulderico Nisticò