
Ricorderete che più volte ho chiesto chi sarebbe stato l’assessore alla Cultura; ora lo so, ed è Roberto Occhiuto in persona. Considerazioni al volo:
1. Meglio lui che i soliti soprammobili e parolai inutili: ripeto, come dal 1970 senza eccezioni.
2. Occhiuto è uno che fa, non uno che parla.
3. Cos’è la Cultura? Domanda vaga con risposta aleatoria. In Calabria, troppo spesso è un’alternanza di piagnisteo intellettualistico ed esaltazioni di un passato immaginario, tipo sbarchi di Ulisse a iosa e Pitagora vegano.
4. Serve invece un’azione concreta e seria: conoscenza della storia reale, generalmente ignota; conoscenza dei luoghi d’interesse culturale; conoscenza delle figure notevoli, che però furono esseri umani e non antologia di buonismo perdente.
5. Capacità di cogliere le occasioni: per esempio, il 2028 a Catanzaro. Che successe? Qualcuno me lo chieda, e glielo dico. Sempre per esempio, la Calabria è riuscita nella non facile impresa di sprecare le ricorrenze di san Francesco di Paola nel 2007, 2016, 2019; di Giglio nel 2010; dell’insorgenza antifrancese nel 2006… eccetera. In quegli anni, che facevano gli assessori d’arredamento? Ci dormivano sopra. Ah, se vi racconto Sirleto 2014, ridiamo amaramente per un paio d’ore.
6. La cultura deve giovare alla Calabria anche in termini di quel turismo culturale ancora gravemente carente.
7. Spero che Occhiuto agisca, invece. Compito dell’assessore non è, ancora per esempio, sapere tutto su Gioacchino da Fiore e Dante; è trovare chi ne sa e ha idee a tale proposito.
Eccetera. Ciò detto, resto in attesa, pronto a lodare le buone iniziative se ci saranno, e prontissimo a rimproverare il contrario. Auguri, presidente.
Ulderico Nisticò