Lombardia e Calabria


 Non sapevo chi fosse tal Perfrancesco Majorino. Trovo in internet che è del 1973, e fa il candidato alle elezioni della Lombardia di domenica prossima. Non voglio sapere di che partito, anzi non ne importa. Apprendo che ha detto “la Lombardia non è la Calabria”, suscitando indignate reazioni, eccetera. Se io volessi giocare all’intellettuale secchione, gli dovrei ricordare Cicco Simonetta, però sono sicuro che non lo abbiano mai sentito nominare né lui né il 100% dei Lombardi e del resto nemmeno l’85% dei Calabresi. Perciò, evito. Magari, amici lettori, studiate.

 Intervistato poi, il Majorino ha spiegato che si riferiva alle condizioni economiche, notoriamente ben diverse. Una pezza a colore preelettorale, d’accordo; però è vero che, secondo statistiche ufficiali, Crotone è l’ultima provincia d’Italia, e le altre quattro calabresi non stanno tanto meglio. Milano si sta preoccupando di essere scesa… all’ottavo posto d’Italia. Ottavo, mica Crotone!

 Parlare male della Calabria è uno sport praticatissimo in Italia e in Calabria, e quasi mai a proposito. Gli intellettualoni, per esempio, mai e poi mai prendono una posizione, per esempio, sul fatto che la Calabria non programma e non spende i fondi europei: fonte, la Corte dei conti 2023. I nostri dotti ripetono luoghi comuni del XVIII secolo, e sono convinti siano brucianti novità e scoperte luminose, invece di rifritture stantie come sono. Criticare la Giunta Regionale di turno… mai, non sta bene: magari, un incarico…

 Quando, molto raramente, capitano al Nord, gli intellettualissimi, esprimendosi in perfetto italiese scolastico in pubblico, e al bar in dialetto, piangono miseria e ignoranza e mafia… mafia generica, s’intende, senza fare nomi. Mafia immaginaria, e fanno credere ai Lombardi che i mafiosi siano dei tagliaborse che ti pigliano dieci euro in mezzo alla strada… cose che al Nord succedono spessissimo, eccome, e in Calabria mai, perché i mafiosi nostrani rubano da centomila euro in su, per gli spiccioli; meglio se sopra milione. E rubano, ormai da anni, anche in Lombardia, e con l’aiuto degli indigeni Brambilla e Tramaglino.

 Come rispondere ai vari Majorino d’Italia? Beh, si possono fare tante cose:

1. Continuare ad arrestare mafiosi, cosa che, da tre mesi, avviene, e bisogna fare di più.

2. Spendere i fondi europei, e sul serio; e se un sedere piatto di burocrate non li spende, licenziarlo, e pubblicare nome e grugno sul Corriere della sera.

3. Difendere l’immagine della Calabria con libri e film. Attenti, non zuccherosa e buonista alla Muccino maniera con asini e mandarini secchi e tisici tra innamorati d’età matura, ma quella reale. Una Calabria com’è: bella ma non amena; una montagna sul mare; con i difetti e le cose che funzionano; con amori e odi quotidiani; pure con la mafia, però arrestata e condannata al volo…

4. C’era la possibilità di utilizzare i Bronzi: ma Regione, Università e dotti aggobbiti non hanno fatto niente di serio. Poi dite che Majorino non ha la sua parte di ragione?

5. Si può parlare male della Lombardia. Ci sono argomenti? Uh, chiedete a chi ci vive.

Ulderico Nisticò