Miliardi da spendere, secondo Oliverio


 Non ero presente all’incontro di Oliverio; ovvero, nella veste di presidente onorario del Comitato Trasversale, ho restituito la scortesia a Viscomi, assente per fatti suoi all’ultima riunione cui aveva assicurato di esserci. Tanto meno avrei atteso due ore di ritardo; e sarei stato in buona compagnia, se tanti sindaci se ne sono andati.

 Ciò premesso, apprendo da fonti serie e attendibili che Oliverio, finalmente arrivato, ha informato i presenti che la Regione, per suo merito, dispone chi dice di otto, chi di nove miliardi di fondi europei eccetera.

 Ha però chiarito, se ho compreso bene, quanto segue:

– I detti soldi non possono essere distribuiti un tanto l’uno per il festival del Ciacciaccià e la sagra del porco; e non dite che me l’invento!

– I detti soldi non sono in Calabria ma a Bruxelles, e bisogna andarseli a prendere;

– I detti soldi si otterranno solo a seguito di progetti come si deve, se no, a Bruxelles sono e a Bruxelles restano.

 I progetti li devono fare gli Enti locali. Fare, parola generica, significa: idearli, studiarne la fattibilità, valutarne l’utilità con impatto e indotto, scriverli con tutte le regole. Perciò, niente sogni tipo l’Acquario di Soverato per far concorrenza a Genova, e altre bufale in cui i Calabresi eccellono, ma cose serie e possibili.

 Significa che gli Enti si devono affidare a persone competenti. Per esempio, per la storia e la conservazione del patrimonio materiale, rivolgersi a storici e archeologi e storici dell’arte, e non a commossi entusiasti e sbarcatori di Ulisse a cena con i Templari. Per esempio, è ora di finirla di lasciare il turismo in mano a chi vende pizze nel mese di ferie e il 31 agosto chiude. Per esempio, imporre le coltivazioni cui è vocato ogni territorio, anche se “mio nonno faceva un vino… “, che era in verità il peggiore aceto. Eccetera.

 Una volta pensati seriamente, i progetti vanno valutati con criteri scientifici, e senza i suaccennati sogni. I sogni servono solo a consolare i poveracci e a procurare voti.

 Infine, i progetti vanno saputi scrivere. E qui dobbiamo ragionare sull’evidenza che la stragrande maggioranza dei 409 Comuni calabresi non dispone di personale adeguato, perciò servono professionisti all’altezza.

 Del resto, non credo che l’Europa prenda sul serio il progettino giostre di un Comune di 500 anime all’anagrafe, metà altrove. I progetti devono essere elaborati in forma di vasti comprensori organici, e poco tenendo conto di confini comunali, del resto quasi tutti creatisi in forma sospetta fin dai tempi di Murat.

 A sua volta, Oliverio non può limitarsi agli annunzi. Tra sei mesi deve tornare a Soverato – possibilmente, puntuale – e chiedere ai sindaci cos’hanno fatto; e lodare i buoni e spubblicare i pigri.

 Se mi assicura che farà così, quella volta ci sarò pure io.

Ulderico Nisticò


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