Quanta gente sul Lungomare?


 Notate il punto interrogativo, che mette in evidentissimo dubbio la famosa statistica a occhio con il punto esclamativo: Quanta gente sul Lungomare! Vi ricordate quella volta dei centodiecimila? Patetica bufala: ma qualche migliaio almeno c’era. Ieri, nel tardo pomeriggio del 4 agosto, l’occhio spaziava su moltissimi vuoti tra una persona e l’altra; ieri era giovedì; forse il 6, sabato, ci sarà flusso; forse la settimana prossima – c’è anche la Madonna a mare – il flusso aumenterà. Forse: ma per il momento non va bene.

 Mi piacerebbe, a settembre, poter fare statistiche con i numeri reali: perché il turismo si misura a posti letto, a coperti nei ristoranti, ad acquisti nei negozi; e non a pedate e a urla di ragazzini.

 Ora facciamo un poco di sociologia di Soverato. La popolazione ufficiale conta 8.700 anime, inclusi quelli che di fatto abitano altrove undici mesi l’anno. Calo, dunque, e popolazione in buona parte di anziani. Questo fenomeno si verifica da anni.

 In questi anni il concetto stesso di turismo è sostanzialmente modificato; il mese di mare non esiste più; anzi, lo stesso mare attrae molto di meno. E Soverato, e quasi tutta la Calabria, offrono il mare giusto nel senso di acqua salata, senza nessuna attività connessa. La sera, per i più avventurosi, grammofoni ad alto volume spacciati per discoteche.

 Insomma, il turismo si è evoluto, ma la Calabria e Soverato sono rimasti a quando il mare era una novità e il cantante si sentiva alla festa del santo.

 Turismo calabrese sempre più povero; e, in questi tempi di ristrettezze per pessima gestione europea dell’economia, e dico europea e italiana, figuratevi calabrese, il turismo povero soffre molto più di quello più benestante: di cui però a Soverato non vediamo traccia.

 La colpa… ahahahahahahaha; ma io non casco mai nella tagliola meridionale della colpa, da scaricare, ovviamente sempre sopra qualcun altro. Per gli istruiti, i Romani, Bizantini, Angioini, Spagnoli, Borbone… per i pinoaprilati, Garibaldi… per l’opposizione, il sindaco pro tempore. Qui non serve cercare la causa, servirebbe cercare il rimedio.

 Mancano, in Calabria, le forme di turismo diverse dalla spiaggia. Esempio, se qualcuno vuole vedere la Pietà del Gagini – caso reale – riceve risposta che non c’è nessuna organizzazione. Ma come, e l’Associazione megagalattica? E il mare di soldi promessi da Spirlì? Ecco, ci sono anche precise responsabilità; ed è solo un esempio.

 Lo stesso per i Bronzi, alla data di oggi 5 agosto, quindi nell’ottavo mese di un anniversario fino a oggi passato invano. Eccetera.

 Servirebbe dunque una ricognizione seria. Come si fa? Convegno tecnico a settembre, con interventi di massimo dieci (10) minuti, con numeri veri… e divieto assoluto di pronunziare Perle e Rimini del Sud e altro onanismo.

 Lo facciamo? Io sarò il “moderatore”: e potete stare certi che dieci minuti, in mano mia, saranno seicento secondi contati e non uno di più, regola valevole per chiunque. Vedrete che i politicanti e i sognatori di gloria si terranno alla larga.

Ulderico Nisticò