Santa Eufemia, e mettiamo alla prova la Corigliano


Santa Eufemia è un Comune dell’Andalusia, e si chiama, infatti, più precisamente Santa Eufemia de Córdoba. Da otto secoli, la popolazione tramanda che il paese venne fondato da trentatré cavalieri calabresi, che, al grido di “Sant’Eufemia”, cacciarono i Mori e conquistarono un loro castello, nucleo del paese cui diedero il nome. La tradizione è solo orale, ma estremamente precisa nella datazione: sotto il re Alfonso VII di Castiglia, che sedette sul trono dal 1126 al 1157. Regnava negli stessi anni sul Meridione e la Sicilia il normanno Ruggero II, che s’incoronò nel 1130, e nel 1117 sposò Elvira di Castiglia, iniziando una lunga serie di matrimoni tra i regnanti di Sicilia e le varie case di Spagna.

Questi sono gli indizi storici, e c’è una logica. In Santa Eufemia de Córdoba la fede in questa origine calabrese è così forte, che gli abitanti vengono chiamati “los Calabreses”, e tale appellativo si estende alle usanze locali e persino alla squadra di calcio. Ne ho scritto più volte, e il lettore di Soveratoweb lo sa.

Sa anche che il tentativo di coinvolgere la Provincia di Catanzaro è miseramente fallito: la Provincia ha aderito all’idea di stringere rapporti con Santa Eufemia, ed era tutto deciso… tutto, tranne decidere di scrivere una lettera e spedirla. Il sindaco di Santa Eufemia, stanco di aspettare cinque mesi, ha ufficialmente interrotto le relazioni. Una figuraccia internazionale!

Ha interrotto le relazioni con la Provincia, non con me personalmente, e ho ricevuto e ricevo spesso note di genuino dispiacere. Ci tengono, infatti, alla loro Calabria immaginaria.

Finora è la Calabria reale che si è rivelata deludente. Ora sarei curioso di scoprire se la Calabria reale, dico quella regionale, ora che ha finalmente un assessore alla Cultura, volesse mostrarsi più affidabile. Non si sa mai, e se uno non prova…
Accenno appena al valore in sé della scoperta, e alla possibilità di farne occasione di scambi e turismo culturale. Una volta tanto, la Calabria potrebbe fare comparenza, senza necessariamente o piagnistei o retorica.

Quello che ho scritto di sopra a proposito di Spagna, è appena un cenno. Per andare avanti, basta chiedermelo nelle debite forme. Per quanto mi riguarda, e dopo le cattive esperienze, dichiaro di essere pronto a tutto tranne che alla solita solfa “bellissima idea, poi vediamo”; e di essere disposto solo a “sì” e “subito”.

La squadra di calcio vince il campionato

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Ulderico Nisticò


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