Smartwatch segnala grave tachicardia, medico calabrese salva la vita ad un giovane


È stato salvato dallo smartwatch, che gli aveva regalato la moglie, un giovane 33enne di Lecce. Il ragazzo, Stefano, durante una corsa ha avvertito una forte tachicardia. “Una strana sensazione di vuoto, con il cuore che batteva all’impazzata, mi ha colto dopo una corsa – spiega infatti Stefano – Ho attivato la funzionalità di Ecg del mio smartwatch, regalato da mia moglie proprio perché nell’ultimo periodo avvertivo un certo affaticamento dopo le partite di calcetto con gli amici. Dopo aver consegnato i risultati al mio medico sono stato indirizzato ai cardiologi di Città di Lecce Hospital che hanno riscontrato un’anomalia”. È così grazie ad uno smartwatch, un orologio intelligente che, una volta indossato al polso, permette, tra le tante funzionalità, di monitorare il ritmo cardiaco Stefano ha scoperto di essere affetto da una tachicardia ventricolare che in alcuni può portare alla morte.

A questo punto i cardiologi di Città di Lecce Hospital hanno portato il caso all’attenzione del dottor Saverio Iacopino, coordinatore dell’Aritmologia Clinica ed Elettrofisiologia di GVM Care & Research al Maria Cecilia Hospital di Cotignola. Il dottore Iacopino, originario di Lamezia Terme, spiega che “Il giovane non aveva precedenti di malattie cardiache o familiarità per morte cardiaca improvvisa e non ha presentato anomalie strutturali all’ecocardiografia, alla risonanza magnetica cardiaca e nessuna lesione coronarica alla tomografia computerizzata coronarici.

Uno studio elettrofisiologico, usando la mappatura cardiaca elettro-anatomica (CARTO-3) senza l’ausilio di raggi X, ha confermato la presenza dell’anomalia nel tratto di efflusso del ventricolo destro ed è stata eseguita l’ablazione a radiofrequenza ottenendo la completa soppressione dell’aritmia ventricolare e non più riproducibile”.

“Gli smartwatch hanno già dimostrato la loro utilità nel rilevamento della fibrillazione atriale con alta sensibilità e specificità; questo caso, tra i primi al mondo per la diagnosi di una tachicardia ventricolare, sottolinea l’importanza di tali dispositivi come strumenti utili anche per la rilevazione di aritmie ventricolari. Ci consentono di giungere ad una diagnosi in tempi utili per eseguire ulteriori studi e convalidare eventualmente i risultati, individuando se le palpitazioni lamentate dai pazienti derivino da un’anomalia di natura benigna o meno”, conclude Iacopino.
A distanza di meno di un mese dall’intervento, Stefano sta bene e, dopo un esame Holter e un ECG sotto sforzo, potrà ricominciare gradualmente anche le attività sportive.