Tornare al Sud al tempo del Coronavirus


Riceviamo e pubblichiamo da una nostra utente:

Ve ne siete andati al Nord e all’estero pieni di “questa terra non ha speranze”.
E avete sminuito le persone che si sono aggrappati a un barlume minuscolo per decidere di rimanere, in questa terra famosa per essere dimenticata da Dio e dagli uomini, con le vostre uscite come
“Ma che ci fai qua? Ma fatti le valigie e parti.
La Calabria è una terra che per i giovani non offre nulla.
Ormai al sud rimangono solo mafiosi e raccomandati .
Eccetera eccetera eccetera”
Ora mi chiedo, ma quando preparavate le valigie, non vi è venuto spontaneo chiedervi
“ma davvero sto tornando in momento di epidemia/pandemia nella terra da cui sono fuggito perché non offre nulla, primis tra tutti la sanità?
Davvero sto tornando in una terra dove ormai ci sono più cliniche veterinarie che ospedali visto che sono rimasti 4 gatti?

In una terra dove ogni 3 mesi chiude un reparto se non un ospedale
In una terra dove la popolazione è per la maggior parte composta da anziani.
In una terra dove ci sono, in tutta una Regione, SOLO 150 posti di terapia intensiva.
E mi chiedo se prima siete scappati con la stessa superficialità.
O se pensavate mentre facevate le valigie che la vostra terra sia il cesso del mondo e per questo scansato come la peste anche dal virus stesso.
E poi leggo i giornali, guardo i servizi del tg con i navigli per fare un esempio di ragazzetti/e che credono di essere Dio, strafottenti, superficiali e soprattutto egoisti e mi rispondo che le terre che vi hanno accolto hanno fallito.

Non vi hanno insegnato nulla.
Un post su facebook sosteneva “vi abbiamo mandato nelle terre migliori, per diventare migliori. Ma siete tornati cucuzze vacanti”
Perché voi, cittadini del mondo, nordisti ed europeisti acquisiti, che parlate 3,4 ,5 lingue ma a quanto sembra non ne capiate una , perchè altrimenti l’azione successiva all’ascoltare e comprendere una semplice frase come “restate a casa” non doveva essere l’assalto a treni, bus, aerei, macchine e ciucci.

E mi viene da sbattermi la testa al muro pensando ai genitori che non hanno fatto nulla per fermarvi o a quelli che ci hanno provato, ma voi domiciliati in terre di sanità eccellenti, avete scacazzato presi dalla voglia di affrontare questo momento difficile nelle cucine eccellenti di mammà.
Perché giusto adesso dal 3 marzo al 4 aprile 2020 ve ne ricordate e ne sentite la mancanza.
Perché di solito i genitori vi devono pregare per tornare a casa e farvi vedere, perché preferite per i vostri riposi/ferie altre terre ancora più belle di questo Sud in cui di solito arrivano più barconi di clandestini che aerei o treni di figli lontani.
“no, non scendo… che vengo a fare? Non ci sono strutture, non ci sono infrastrutture, SIETE rimasti indietro di 50 anni, mi dovrei fare 18 ore di treno merci…. Eccetera eccetera”.

Questo ora non vale? Ora vi accontentate di tale disperazione e desolazione?
Questo era il momento di far vedere che il dispiacere, la sofferenza, le lacrime versate quando i vostri genitori vi hanno visto partire per la prima fossero valse a qualcosa.
Questo era il momento di far vedere che ricambiate lo stesso amore , non tornando a casa, tutelando loro non esponendoli a un rischio di contagio e quindi non mandando al collasso quei 4 ospedali presenti.
Perché ripetiamo, ci sono solo 150 posti in tutta la regione di terapia intensiva.
E per il numero di ambulanze basta contare molto molto meno.
E se le ambulanze non vengono, sono impegnate e voi all’ospedale non potete andare, come facciamo?
A che giochiamo? Ad asso..ops virus piglia tutto?

Io vi avrei fatto girare, una volta sbarcati al sud, con la lettera scarlatta Q di quarantena attaccata al collo non solo quando ve ne siete andati in giro tra pub, bar, pizzerie e case di amici come se fossero le vacanze Pasquali, come è successo a Soverato sabato scorso da alcune foto che ho visto, ma anche solo per andare dal bagno alla cucina per i 14 giorni successivi al vostro arrivo.
Così avremmo visto il vostro vero coraggio.
Lo stesso coraggio che avreste avuto ad accogliere e a giustificare gli arrivi dei vostri parenti terroni se la situazione fosse nata al contrario.
Vi immagino proprio. Come dubitarne.
Su una cosa però non ho dubbi, esattamente come Albert Einstein
“ Solo 2 cose sono infinite. Il mondo e la stupidità umana. Sulla prima ancora ho dei dubbi.”

Questo è solo il pensiero di Una trentenne che è rimasta ed ha investito al sud.
E oggi più convinta di ieri della scelta fatta perché se nelle difficoltà tornate tutti qua, penso che altrove non state bene quanto andate predicando.
Ma soprattutto perchè credo che il Sud un giorno riuscirà a far vedere quanto vale e quanto può dare.
E il giorno che diventerà la terra più bella del mondo , sarò orgogliosa di aver contributo.
Voi ridete pure. Io ci voglio scommettere.

In fin dei conti chi avrebbe scommesso un euro bucato che un protocollo sperimentale che sembra dare qualche speranza per combattere questo virus avrebbe avuto inizio negli ospedali Pascale e Cotugno, ospedali del Sud, ospedali di Napoli? Pochi, forse nessuno.
E se gli italiani capissero che il bene della collettività è la forza di una democrazia, che remare nella stessa direzione porta prima a raggiungere l’obiettivo, che l’unione fa la forza sempre e non solo nei flashmob l’Italia non dovrebbe inginocchiarsi a raccogliere l’elemosina da Germania , Francia o dall’Unione Europea.
E se lo capiamo noi giovani, quel barlume di speranza, potrebbe diventare un incendio.
Bisogna essere positivi… ma non al tampone!

Buone vacanze a tutti!

A.B.