Cultura e Regione Calabria


 Ove mai non vi fosse chiaro, ricordo che la Calabria è la terzultima regione d’Europa in mezzo a 360; ora saranno qualcuna in meno per l’uscita della G. Bretagna, ma la Calabria è sempre terzultima. Ciò non si deve, come credono gli intellettuali, a Romani, Bizantini, Normanni, Angioini, Borbone o Garibaldi, bensì, in quanto Regione, a questi illustri signori: Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra).

 La Santelli c’è da due mesi, e ognuno giudicherà poi gli effetti del suo operato, ma una cosa è certissima: mostra, da brava femmina calabrese, più caparbietà ed energia di tutti quei maschi suddetti messi assieme. E ciò, in una Calabria per quattro millenni dominata dal “mo vidimu” e dal tarlo del pensiero, è già un prodigio e miracolo!

 Quello di cui non vedo traccia, e se sono informato male correggetemi, è una politica della cultura, operata dall’assessorato. Del resto, è pecca vecchia: tutte le Giunte hanno fatto come si faceva (grazie a Dio, una volta e ora no!) con il Pronto Soccorso, che ci mettevano il medico inutile altrove. Anche alla Regione, hanno sempre messo alla Cultura un personaggio inoffensivo, qualche volta decorativo, qualche rara volta persino colto; ma con  il preciso compito di distribuire qualche soldo a piog… Ma quale pioggia? Pioggerellina di marzo, come nelle poesiola.

 Quando era presidente Scopelliti, assessore Caligiuri, si fece il botto: nove milioni, dico 9.000.000 di euro per l’antimafia nelle scuole; e tutte, tutte, tuttissime le scuole tennero convegni antimafia con il solito giornalista minacciato non si sa mai da chi… Finiti i nove milioni, in una scuola calabrese si potrebbe iscrivere anche don Vito Corleone in persona, armato e avendo per vicino di banco quel Luciano che gli Americani tolsero dalla galera e paracadutarono in Sicilia prima dell’invasione del 1943; ed entrambi chiedere il pizzo ai compagni di classe: e in quella scuola non se ne accorgerebbe manco il bidello! Ovvero, come seppero triturare al vento nove milioni, mentre per proposte serie non c’era mai una lira bucata…

 Ahahahahah, se vi raccontassi la vicenda del comitato Sirleto, sempre Caligiuri… Ah, Mario e io siamo ottimi amici personali: ma “amicus est Plato, sed magis amica veritas”; è latinello, lo possono capire persino i sederi piatti burocratici.

 O, il peggio del peggio, prima o poi vi racconto la ridicola favoletta di Viscomi, allora vicepresidente di Oliverio, e del Forum della cultura. A proposito, sapete qualcosa dell’esistenza in vita – s’intende, vita politica – di questo Viscomi? Io, non lo sento nominare da almeno tre anni, e non credo sia una mia distrazione. Non me ne sincero di persona, perché, a differenza di Mario, non siamo amici, tutt’altro.

 Ecco alcuni dei tantissimi esempi del pessimo rapporto tra la Regione e la cultura. Alla data odierna dell’8 maggio, nemmeno di Spirlì, in quanto assessore, ho raccattato alcuna notizia. E non c’entra il virus, perché a quello ci sta pensando la Santelli da sola.

 Non è che io pretenda che egli, in appena due mesi, oscurasse la fama di Mecenate e del Magnifico quanto a stimolatore di cultura: ma almeno un segnale…

 Cosa dovrebbe fare, un assessore, secondo me? Poca roba: una rivoluzione culturale, come direbbe la buonanima di Lin Piao.

 Ovvero, basta con piagnistei, sociologia depressa, antropologia deprimente, filmacci di morti di fame con maestra del Nord, emigrati e immigrati, mafia in tutte le salse, antimafia segue cena, sbarchi di Ulisse da tutte le parti…

 Ovvero e quindi, ci vuole cultura nel senso più ovvio: storia filosofia arte archeologia letteratura latino greco scienze matematica fisica…

 Ma un assessore mica può essere Pico della Mirandola, da sapere tutte queste belle cose! Infatti, non è il suo compito, come quello del presidente di una squadra di calcio non è di segnare personalmente la rete dello scudetto, ma di schierare calciatori, allenatore, magliette e palloni. Anzi, farebbe solo danno un assessore che andasse in giro a spiegare la parallasse o i segreti dell’apofonia quantitativa nell’aoristo secondo passivo, ovviamente di fronte a dormiente pubblico segue applauso. La Regione deve organizzare la cultura; ripeto, la cultura vera, non i venditori di fumo.

 La Calabria ha tanto di quel contenuto… le manca solo la forma.

Ulderico Nisticò